Dopo 72 ore di lavoro febbrile per convogliare sponsor che possano sostenere l’operazione Legadue, non si è mosso granché in casa Napoli Basketball. Quattro sono ancora i giorni a disposizione per il miracolo, intanto entro venerdì si attende la risposta di uno sponsor di rilievo, forse una delle ultime chances a disposizione. Gli appassionati partenopei della palla a spicchi stanno con il fiato sospeso, organizzano sottoscrizioni per reperire fondi, lanciano appelli via Facebook. La Legadue oggi appare come un’avventura affascinante ma rischiosa e soprattutto di difficilissima attuazione dati i tempi strettissimi. Certo, recuperare Napoli al vertice sarebbe un’operazione molto ghiotta per il basket italiano, vista la crisi generale e la scomparsa di club superblasonati. «Una crisi che viene da lontano – spiega Amedeo Salerno, presidente del Coni Napoli con enorme esperienza cestistica alle spalle -, tutto è cominciato quando anni fa si decise di far diventare professionistiche sia le società di A1 che quelle di A2. Errore marchiamo e madornale. Non c’è spazio in Italia per 32 o addirittura 36 squadre professionistiche. Non ci sono neppure nella Nba, dove sono 30. La Legadue doveva restare dilettantistica, il professionismo obbliga a oneri previdenziali molto pesanti, le spese generali sono enormi. Il basket così è andato in tilt e i risultati sono sotto gli occhi di tutti: rinunce, abbandoni, fallimenti».
E l’operazione Legadue per Napoli? Salerno ci va cauto: «Dall’anno prossimo, secondo le nuove riforme dei campionati, la Legadue tornerà finalmente dilettantistica, quindi Napoli in caso di ripescaggio dovrebbe ora effettuare la riconversione a società professionistica per poi tornare al dilettantismo dopo una stagione. Il cervello direbbe di aspettare un anno, non sprecando soldi e assestandosi bene in attesa della probabilissima promozione in Legadue dell’anno prossimo visto l’allargamento a 32 squadre. Il cuore invece direbbe di provare subito a fare il gran salto per tenere calda l’atmosfera splendida che si era ricreata quest’anno al Palabarbuto, con oltre 2mila spettatori sugli spalti nei playoff e anche per non deludere i tifosi. Insomma, c’è sempre un rovescio della medaglia. Di sicuro prima di fare il gran passo sono certo che la società di Calise si accerterà di ricevere aiuti dagli sponsor che possano coprire la metà della cifra del costo del campionato di Legadue, perché l’altra metà si può recuperare dal botteghino, tra abbonati e biglietti. In caso contrario meglio desistere e pazientare un altro anno, nella speranza che i duemila di questa stagione tornino comunque a Fuorigrotta».
Fonte: Il Mattino
La Redazione
M.V.
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