Un tweet che ha fatto discutere in estate, trova finalmente risposta. Paolo Bargiggia ha parlato ai microfoni di Radio Punto Nuovo, riguardo la sua idea che vede Ancelotti come un allenatore alla fine della sua carriera. Ecco quanto evidenziato da IamNaples: “Ribadisco quello che ho scritto a luglio sull’allenatore azzurro. I tifosi e gli opinionisti del Napoli pretendono che io debba avere un’opinione su un loro tesserato uguale alla loro, che sia un dirigente o un giocatore conforme a quello che è il pensiero del tifoso. Ancelotti? Io rivendico la libertà di pensare che Ancelotti, nonostante abbia avuto un passato da fare invidia a chiunque, attualmente è un allenatore con stimoli minori. Fine carriera non vuol dire finito, poi si può esaltare se vince contro la vincente della Champions League meritatamente, ma non bisogna giocare alle “figurine”. Napoli? Bisogna chiedere a loro come mai non gli sono simpatico, non mi adeguo al pensiero comune, se ho delle critiche da fare le faccio. Il mio rapporto con il Napoli si è deteriorato a Marzo del 2016 quando ho rilasciato la notizia che Higuain avrebbe cambiato maglia in estate, cosa che si è verificata essere vera. Si può sbagliare o meno, ma è iniziato tutto dopo il comunicato del Napoli che mi criticava dicendo che divulgassi false notizie, pilotate dai poteri forti. Sarri? Il provincialismo che criticavo quando si scagliava con il caldo e il calendario l’ho ribadito anche in questi giorni, a manifestare il fatto che non è solo una cosa detto quando era del Napoli. Politica? Non c’entra nulla il mio orientamento politico con la città di Napoli, non sono anti-meridionale o altro, quando sono contro qualcosa lo dico. Liverpool? La partita vinta non cambia l’idea di fondo, lo vedo competitivo ma nel mio tweet di quest’estate c’è un fondo di verità. Quando Ancelotti accettò il Napoli lo fece per alcuni motivi, non voleva stare fuori dal giro perchè temeva di uscirne, non aveva trovato l’intesa con la Nazionale e che pensa al futuro del figlio e del genero. Ho saputo anche che il figlio non voleva allenare in categorie inferiori, ma non era un attacco a lui personale. Mercato? Penso che nonostante le premesse che sembravano così rosee, dopo non aver chiuso per Pepè e James, sia stato un mercato intelligente perchè fatto su giocatori giovani e di prospettiva presi a costi contenuti.
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