A 51 anni, Franco Baresi alza ancora il braccio. Come quando agli arbitri segnalava il fuorigioco. Li condizionava con la sua personalità silenziosa. Ora risponde al saluto dei milanisti nel mondo.
“Rappresento la società, questo ruolo mi gratifica, sento ancora stima e affetto dei tifosi”.
Il calcio italiano ha perso una rappresentante in Champions League.
“Altre nazioni sono cresciute, ci siamo arenati. Tanti campioni abbandonano la serie A, meno spettacolare. Le nostre squadre abbassano il livello di gioco ma restano ostiche, gli stranieri ci temono”.
Dal 2006 il Barcellona è il primo club al mondo.
“Per decenni non era stato protagonista, in questo ciclo raccoglie trofei dando spettacolo».
Al Camp Nou 2-2 grazie alla coppia centrale rossonera.
“Di qualità mondiale. La difesa aiuta a vincere, con una squadra compatta. Thiago Silva ha 27 anni, sarà protagonista per un decennio”.
Alessandro Nesta ne ha 35 e la classe di Baresi, ma è stato più tormentato dagli infortuni.
“Ora l’allenamento è personalizzato, può aumentare la longevità dei grandi rossoneri. Sa gestirsi, tiene molto al Milan, martedì ha offerto un saggio su come si difende».
Meriterebbe il Pallone d’Oro alla carriera, solo una volta ottenne alcuni voti.
«Il ruolo è sottovalutato a livello internazionale, neanche Maldini ha vinto. Chi segna colpisce di più”.
I suoi campioni preferiti?
“Oltre a Thiago, Piquè. In assoluto Xavi Hernandez: indossa il mio 6, ma a centrocampo. Da tempo è il professore del Barça”.
Un quarto di secolo fa Arrigo Sacchi rovesciò il pallone italico…
“Fu un’evoluzione, fece da traino. All’estero andavamo con piena convinzione e bel gioco, il Milan diede il là a una tattica nuova, che ha portato sei Champions e tre finali. Vent’anni di football propositivo, non buttiamo a mare tutto”.
Domani sera Napoli-Milan, la storia è cambiata con il 2-3 dell’88?
“La sfida era Maradona contro Van Basten e Gullit, 4 anni di spettacolo. Gli azzurri crescono, vengono da un grande campionato. Fisicamente stanno molto bene, l’1-1 di Manchester dà entusiasmo”.
Al San Paolo è avvantaggiato?
“Senza Ibra e Robinho, per Allegri è complicato. Mazzarri è al completo, ha qualità in mezzo. In Inghilterra ha difeso bene, ripartendo forte. Innesta pedine importanti, ha potenzialità notevoli. Chiaro che Maradona non c’è più”.
Berlusconi sedusse l’Italia presentandosi al raduno in elicottero, adesso c’è l’effetto De Laurentiis?
“In 5 anni è salito da Lega Pro alla Champions, è un grande manager. Difficile eguagliare il presidente del Milan, per quanto ha fatto in calcio e società, cambiando la mentalità”.
A lei non manca il campo?
“Per 4 anni ho guidato Primavera e Berretti, siamo arrivati in semifinale scudetto e in finale di coppa Italia. Mai dire mai, potrei tornare”.
Mauro Tassotti sogna di tornare in Nazionale, nello staff. Lei?
“Vivo serenamente”.
Allegri era un trequartista non di livello internazionale, da mister ha centrato scudetto e supercoppa.
“Può essere bravo anche chi non ha mai giocato”.
All’Inter Gasperini ha solo perso.
“Giocare a 4 o 3, dietro, non è la stessa cosa, la squadra ne risente, ha perso sicurezza. Ceduto Eto’o, era vicino all’addio anche Snejider. Si riprenderà, ha una rosa importante, serve lucidità”.
Suo fratello Beppe è un buon vice?
“Già con Mou, da Leonardo a Gasperini è coinvolto sempre più, curando i rapporti con i campioni”.
Lei arrivò alle giovanili del Milan nel ’74. Fu vicino alla Juve?
«Sono rimasto anche in cattive acque societarie e con due retrocessioni. Non mi sono mai arrivate richieste dirette/b>.
Otto anni fa l’ultimo trofeo bianconero.
“Lo stadio porta entusiasmo, non so se siano pronti per lo scudetto”.
La Redazione
A.S.
Fonte: libero-news.it
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