S’è scomodato finanche lui, la bandiera rossonera per eccellenza, per chiamare a raccolta il popolo milanista. «Sarebbe bello vedere San Siro gremito domani sera, non esiste partita più importante di questa». Franco Baresi è mito e leggenda, anzi icona del Milan che fu, quello degli anni Novanta targato Sacchi: sei scudetti e tre coppe dei Campioni, due coppe intercontinentali, campione e vice campione del mondo con la Nazionale. Oggi fa parte dello staff dirigenziale del club di via Turati.
Che partità sarà?
«Sarà una grande sfida, ne sono convinto. La posta in palio è importantissima, il secondo posto può dipendere tutto dal risultato di questo match. I nostri tifosi non possono restare insensibili di fronte a un evento del genere, bisogna riempire il Meazza per essere vicini ai nostri giocatori».
Sono previsti circa cinquantamila spettatori per un impianto che ne può contenere trentamila in più.
«Un Meazza gremito può fare la differenza, si deve essere più uniti che mai».
Le dichiarazioni di Baresi riportano alla mente quelle di Maradona, rese alla vigilia dello scontro diretto dell’1 maggio ’88 che poi costò lo scudetto al Napoli. Diego non avrebbe voluto vedere nemmeno una bandiera rossonera.
«Che sfide a quei tempi, ragazzi. Milan e Napoli rappresentavano l’élite del calcio italiano ed erano sempre partite di altissimo livello. Appuntamenti che davano un indirizzo più o meno definitivo al corso del campionato. Pensate che non mi viene in mente nessuno zero a zero».
Di solito gli azzurri le prendevano a San Siro ma poi sapevano rifarsi in casa.
«Ripeto, erano partite spettacolari. Ci giocavamo lo scudetto, di fronte si trovavano due squadroni con mentalità e giocatori diversi. Noi avevamo gli olandesi, loro Maradona e Careca, ma quel Napoli era soprattutto Maradona, un campione immenso».
Da ventisette anni il Napoli non vince a Milano, contro i rossoneri: l’ultimo successo risale al 1986.
«È vero, a San Siro in quegli anni non hanno mai vinto contro di noi ma in varie occasioni al San Paolo ci hanno restituito il risultato rotondo dell’andata».
Ricordi particolari?
«Tanti, Milan-Napoli mi emoziona sempre perché mi ricorda gare incredibili. Per molti di noi milanisti, ad esempio, la partita del sorpasso del primo maggio del 1988, quando vincemmo a Fuorigrotta, resta indelebile. Uscimmo dal San Paolo tra gli applausi dei napoletani».
Adesso si gioca per il secondo posto.
«La Juve ha ormai vinto anche questo scudetto, arrivare secondi è fondamentale in ottica Champions per tutti i motivi che ben conosciamo, di prestigio ed economici. Il Napoli è leggermente favorito perché ha quattro punti di vantaggio in classifica: non sono pochi a poche giornate dalla fine del campionato».
Senza Balotelli, squalificato per tre giornate, chi deciderà la partita?
«Ci sono tanti giocatori da una parte e dall’altra che possono fare la differenza. È una partita che promette tanto, per questo mi auguro che lo stadio sia pieno».
Fonte: Il Mattino
La Redazione
P.S.
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