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Banda di falsari ha tentato una truffa a danno di squadre di Lega Pro

La Finanza ieri ha sequestrato documenti nelle sedi dei club. La base operativa a Torino

L’acquario del calcio è sempre stato ospitale nei confronti di coloro che offrono fideiussioni. Ma questa volta proprio il calcio, la Lega Pro e le società, hanno contribuito a smascherare una vera e propria “banda” che avrebbe raccattato (”lavorando” a trecentosessanta gradi) una sommetta mica da ridere: sette milioni di euro. Ieri la Guardia di Finanza, su ordine del Pm di Firenze, Sandro Cutrignelli, ha sequestrato i documenti relativi all’iscrizione di sei società (Como, Chieti, Casale Monferrato, Treviso, Avellino, Bellaria) vittime di un vero e proprio raggiro. Lo ha spiegato, ad esempio, l’Avellino che ha precisato in un comunicato che quella fideiussione “non è mai stata presentata”. Il Treviso, a sua volta, aveva a giugno scorso segnalato alla Lega Pro la visita di questo broker che offriva fideiussioni in cambio di una commissione del dieci per cento (30 mila euro per la Seconda Divisione, 60 mila per la Prima). Il Bellaria ha provveduto a far sapere che “l’iscrizione al campionato in corso e relativa fideiussione sono assolutamente regolari”. L’organizzazione, che aveva la sua “base operativa” a Torino, non “pescava” solo nel calcio: aveva in animo un colpo grosso.

AUTO – Il colpo grosso era una famosa casa automobilistica, caduta in disgrazia da un punto di vista finanziario: la De Tomaso. A tirare le fila dell’organizzazione un broker privo di titoli per svolgere questo lavoro, Roman Rotini, e un mediatore, Christian Limonta. Per questa storia sono finiti nei guai Gian Mario e Gian Luca Rossignolo. Anche in quel caso, tutto il castello per acquisire l’azienda si basava su una fideiussione fasulla. I broker si presentavano per conto dell’Allianz Bank. Ma la fideiussione conteneva dettagli decisamente “tarocchi”. E, infatti, quando quei documenti sono arrivati sul tavolo della Lega Pro, i controllori hanno notato che qualcosa non funzionava e hanno chiesto chiarimenti ai vertici di Allianz, a Milano. E qui il nodo è venuto al pettine. La fideiussione veniva concessa dalla sede di Roma ma l’Allianz ha fatto sapere che solo quella di Milano era legittimata a compiere questo tipo di operazioni.

DENUNCE – A quel punto le diverse parti lese (l’Allianz, in primo luogo, visto che il suo nome veniva usato in maniera illecita, i club e la stessa Lega Pro) hanno cominciato a muoversi. Il Casale, ad esempio, si è affidato all’avvocato Grassani per presentare all’inizio di luglio una denuncia-querela. Gli altri club hanno seguito l’esempio. E nella medesima maniera si è mossa l’Allianz. Ma l’attività di Rotini (che si presentava come rappresentante della Broker Brianza Srl, “già in rapporti con la Federazione Italiana Giuoco Calcio e le varie Leghe che compongono la Federazione medesima” ) aveva sollecitato le attenzioni anche di altre organizzazioni che operano nel settore del credito. A Pescara, ad esempio, una denuncia era stata presentata dalla Confidi Mutualcredito. Complessivamente il broker e il mediatore avrebbero distribuito 133 fideiussioni e chiuso polizze per 230 milioni di euro. Un vortice di denaro che avrebbe comportato un “incasso” di sette milioni di euro, soldi che difficilmente potranno essere rimborsati ai soggetti raggirati.

Fonte: Il Corriere dello Sport

La Redazione

A.S.

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