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Balotelli, quel rapper che non vuole suonare e non sa più segnare

Fosse per lui giocherebbe in infradito. Mario Balotelli è un rapper, Silver Crest, prima che un calciatore dalle  grandi potenzialità. Che giochi o no: si parla di lui, che segni o meno: sarà in prima pagina. Di sbagli calcistici e di comportamento ne ha fatti tanti quanti sono i suoi gol, annodandoli, quasi che senza le esagerazioni non ci possano essere le belle giocate. E l’Italia,a corto di risolutori, sempre in cerca di eroi, lo perdona, gli  abbona smorfie, linguacce, gomitate, cartellini, e se non segna c’è sempre una fetta di tribuna disposta a difenderlo, proprio per quella paura di perderlo. È un eterno figliol prodigo, scompiglia poi parte e torna  (torna sempre) e trova padri e fratelli, di solito il vitello grasso è una partita dove poi lui non ha appetito:  perché l’appetito è figlio della fame, Balotelli sembra saziarla presto,nell’accoglienza. Sia contro la Spagna  che con la Croazia, ha mostrato molta sicurezza ma anche tanta indolenza, in ogni pallone c’è una  sottrazione di volontà, in ogni tiro ci sono solo una parte della sua potenza,sembra che non gli importi di giocare tanto ha già fatto le dichiarazioni, è già sceso in campo, il lato da rapper è salvo,quello da calciatore  può aspettare. A Balotelli piace sprecare, vede il tramonto lontano, e non potendolo spaccare, volta le  palle, canta contro, poi si ferma e aspetta domani. È una calamita di cartellini, quasi fossero mostrine,  sarebbe bello fargli una cura Ludovico con le prestazioni di Gaetano Scirea. Le sue partite sono show, lui rappa, balla, a volte segna (se gli va), spreca, è l’unico attaccante che aspetta la palla appoggiato a un bancone. E ci sta, ma per reggere questa sceneggiatura dovrebbe anche fare il doppio delle reti, come Best, e non farci ricordare solo il circo che dovrebbe portarlo al gol. Con la Spagna, Totò Di Natale, la faccia da operaio Fiat, uno che sa che non può sprecare tempo, è entrato con la chiave inglese per rimettere a posto  tutte le viti che Balotelli aveva allentato, mostrando un pragmatismo da padre,ed è uscito con la maglietta  sporca d’olio. Con la Croazia ha fatto uguale ma senza riuscire a chiudere col gol. Balotelli alza le spalle, è  normale che ci sia un altro a fare il lavoro sporco, lui incide, mica è uno da catena di montaggio, sta sul palco non in fabbrica, decide la musica, è Silver Crest e fa sempre il tutto esaurito.

Fonte: Il Mattino

La Redazione

M.V.

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