Il risultato parziale, dopo quattro partite, è il seguente: Super Mario-Super Mario 3-1. In attesa di sfidarsi (in)direttamente domani a Varsavia, il tedesco Mario Gomez è in netto vantaggio, tre gol a uno, nei confronti dell’italiano Mario Balotelli.
Due attaccanti, lo stesso nome, lo stesso soprannome eppure Gomez e Balotelli si somigliano – non solo in campo – davvero poco. L’uno, l’azzurro, ama vivere in prima pagina, riempire le cronache dei settimanali di gossip e comportarsi sempre e comunque da rock star; l’altro, il tedesco, è fidanzato con Silvia Meichel, ha uno stile di vita pubblicamente meno esposto e più proiettato verso il sociale. Nel novembre di due anni fa, ad esempio, in un’intervista al magazine Bunte fece un appello ai calciatori gay. «Colleghi gay, fate coming out. Essere gay non è un tabù da tanto tempo. Così potreste giocare con maggiore libertà. Abbiamo già il vice-cancelliere Westerwelle che è gay, proprio come il sindaco di Berlino, Wowereit», le sue parole, inimmaginabili o giù di lì nello spogliatoio azzurro. O no?
Il Super Mario tedesco, di origini spagnole, classe 1985, è un centravanti con uno straordinario feeling con il gol (202 in 341 gare in carriera), ma è molto abile anche a giocare con/per i compagni. Ha debuttato nello Stoccarda (l’allenatore era Felix Magath) il 9 marzo del 2004 nella partita di Champions League contro il Chelsea di Claudio Ranieri valida per gli ottavi di finale (0-0) ed è stato ceduto al Bayern Monaco nell’estate del 2009 per 35 milioni di euro, il trasferimento più costoso della storia della Bundesliga. Gomez ha il vizietto di segnare spesso quattro gol in una partita: c’è riuscito il 10 settembre dello scorso anno in Bundesliga contro il Friburgo, il 13 marzo scorso in Champions League contro il Basilea e in nazionale ha calato il poker il 2 giugno del 2009 in un’amichevole contro gli Emirati Arabi Uniti.
Il Super Mario nostrano, di origini ghanesi, classe 1990, non è un centravanti ma può fare anche il centravanti. Il gol, però, non è (da sempre) il suo primo pensiero, il suo reale obiettivo in campo: ecco perché al massimo si è fermato ad una tripletta, il 28 dicembre 2010 con la maglia del Manchester City contro l’Aston Villa. Tutto considerato, i due Super Mario potrebbero giocare l’uno al fianco dell’altro in qualsiasi squadra: per caratteristiche tecniche si completerebbero, cosa che – ad esempio – non riesce a Balo se/quando ha al proprio fianco Cassano.
Perché c’è un dato che non va trascurato: Super Mario B. ha segnato il suo unico gol, qui all’Europeo, quando Cassano stava sotto la doccia (e viceversa…). Super Mario G., invece, è andato a bersaglio tre volte in due gare, un gol al Portogallo e due all’Olanda, avendo questo o quello, non importa, come partner d’attacco. Non per essere rimasto a secco contro la Danimarca, però, il ct Joachim Loew l’ha tenuto contro la Grecia, preferendogli il laziale Miro Klose. È stata una scelta conservativa, diciamo così. Sarà molto complicato domani sera per Loew rinunciare a uno come Gomez, media di 0,45 gol a partita con la maglia della nazionale e piede caldissimo. Dall’altra parte, Prandelli non può permettersi di non impiegare Balotelli, due gol in dodici partite con la maglia azzurra, in un’Italia alle prese con il mal di gol. Perché anche se il calcio non è un video gioco, Super Mario ti può portare a Kiev. L’importante è che non sia quello sbagliato.
Fonte: Il Mattino
La Redazione
M.V.
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