Abel Balbo ha attraversato gli anni 90 del calcio italiano con il passo del cannoniere di razza. 150 gol in Italia, 117 in serie A con le maglie di Udinese, Roma, Parma e Fiorentina. Balbo, perché gli argentini dettano legge in serie A?
«Perché ci adattiamo facilmente al vostro campionato. E poi abbiamo le caratteristiche giuste: la cattiveria agonistica, la fame di chi vuole sempre vincere, la tecnica. Sappiamo sempre trovare le motivazioni»
Tevez è l’attuale capocannoniere con 13 gol.
«Ho giocato con lui nel Boca, aveva diciannove anni. All’epoca giocava molto per se stesso. Con gli anni è maturato tantissimo, alla Juve sta giocando la sua miglior stagione da tanto tempo. E’ un vero uomo squadra. E dà l’esempio. Quando vedi uno come Tevez che corre e mena allora sei portato ad imitarlo».
I gol di Higuain hanno riportato il Napoli in alto.
«Lui ha altre caratteristiche. E’ un uomo d’area, un finalizzatore, a differenza di Tevez, che sa inventarsi il gol dal niente, Higuain ha bisogno di una squadra che giochi per lui»
Icardi è una delle poche note liete dell’Inter.
«E’ giovane, quindi andiamoci piano. Ha buone qualità, segna con frequenza, ma deve ancora dimostrare tutto. Tevez e Higuain hanno un percorso significativo alle spalle, Icardi è al suo primo vero campionato da titolare in una grande squadra»
La sorpresa però è Dybala.
«Gran giocatore, ragazzo molto valido. Tecnicamente è già completo. Mi ricorda Montella, almeno per certi movimenti e l’uso del sinistro. Ha un’ottima confidenza con il gol. E crescerà ancora»
Che dice: li vedremo in serie A ancora per poco?
«Temo di sì. La serie A non può più competere con gli altri grandi campionati d’Europa. Ai miei tempi i migliori venivano tutti in Italia, ora i migliori, se ci sono, vanno via dopo un paio di campionati. Ma è la legge del mercato, non possiamo farci niente»
Chi la vince la classifica dei cannonieri?
«Punto su Higuain»
E Balbo con chi si sarebbe trovato meglio in campo?
«Con Tevez, come ho detto, ci ho giocato. Ma direi un po’ con tutti, anche con Higuain, così come ho fatto con Batistuta. Io ero un centravanti atipico, mi adattavo bene ai miei compagni. La verità è che quando due giocatori forti giocano insieme il feeling è naturale. Se sei forte sei anche intelligente, e sai come muoverti per non pestare i piedi al compagno»
Fonte: Corriere dello Sport
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