Ci sono degli sviluppi di giustizia sportiva e giudiziari nella vicenda del portiere dell’Agazzanese Saidou Daffe Omar, 38 anni, senegalese di origine, cittadino italiano e parmense di adozione, insultato da uno spettatore che sabato — aggrappato alla recinzione durante il derby di Eccellenza emiliana Bagnolese-Agazzanese — per quattro volte gli ha gridato «negro di m…». Saidou ( un tecnico federale, insegna al Centro Figc di Parma) è stato squalificato per una giornata. Più esasperato che sconfortato, il portiere, a un certo punto aveva deciso di lasciare il campo dirigendosi direttamente verso gli spogliatoi. Comportamento valso il cartellino rosso mostrato dall’arbitro. Ma subito dopo Daffe Omar è stato seguito, per solidarietà, dai suoi compagni dell’Agazzanese. Per la squadra, che giocava fuori casa, il giudice ha deciso la sconfitta a tavolino, oltre a punto di penalizzazione.
Stadio senza pubblico per una giornata
Per la Bagnolese è stata invece decisa la «messa in prova»: vale a dire che il giudice sportivo ha deciso che per una partita il suo stadio — il «Fratelli Campari»— resti senza pubblico. Ma la sanzione è stata sospesa: la società è sottoposta a un periodo di prova della durata di un anno. Una sorta di «diffida» che in caso di recidiva farebbe scattare la squalifica del campo. Intanto è stato identificato dai carabinieri di Bagnolo in Piano il responsabile degli insulti razzisti. Si tratta di un 45enne residente nel Modenese. Per lui sono state attivate le procedure per il Daspo. Negli spogliatoi il portiere aveva ricevuto la solidarietà anche da parte dei giocatori della Bagnolese. A Corriere.it il portiere —presidente di un’associazione di volontariato che si occupa di raccolta fondi e aiuti da destinare ai piccoli calciatori in Senegal — ha detto che sugli «spalti si respira un brutto clima e per questo non voglio che la mia compagna e i miei figli vengano a vedermi giocare. Non voglio che assistano a brutte scene».
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