Bagni, ha sentito Vidal…?
«E condivido appieno. Il campionato è lungo e vi sembrerà banale dire: tutto può succedere. Ma con il Napoli visto sabato pomeriggio contro la Roma, veramente può capitare qualsiasi cosa. Perché non s’è mai visto uno spettacolo così esaltante in uno scontro diretto».
Divario netto.
«Ma battendo quella Roma che, giustamente, viene indicata come la squadra con l’organico più ricco, alla pari della Juventus. Il Napoli ha sconfitto, in quel modo, la capolista: e la differenza, così evidente, è maturata per merito proprio, non per lacune messe in mostra dall’avversario».
La parola scudetto fa venire i brividi.
«Ho giocato a Napoli e so bene quali siano le pressioni di una piazza simile: ma Benitez ha allestito una struttura tecnica che è meravigliosa, che semmai ha un difetto, quella di far arrabbiare – direi inc… – perché ha sprecato troppe occasioni in queste prime dieci giornate di campionato. Ma un anno fa, di questi tempi, il livello di gioco era uguale a quello che abbiamo visto nella partita con la Roma».
Cosa l’ha stupita?
«L’allegria, la leggerezza, l’intensità: il Napoli sabato faceva tutto bene e con semplicità, toglievano alla Roma la possibilità di iniziare l’azione ed erano pronti a ripartire; e, quando in possesso palla, avevano poi la soluzione buona. Il 2-0 è stato persino bugiardo per quanto creato nel corso dei novanta minuti e ribadisco, sottolineo, che stavolta vanno fatti gli applausi a chi ha vinto e non soffermarsi sugli eventuali difetti di chi ha perso».
La Juventus è ancora sette punti più avanti.
«Ma non siamo al cospetto di antagoniste in grado di ripetere gli straordinari numeri della passata stagione, stavolta gli equilibri sono palpabili e non sempre è possibile marciare a ritmo da record. Ora dipende dal Napoli, dalla costanza di rendimento, non può buttare via se stesso».
O mezza partita, come è successo a Milano contro l’Inter.
«O come a Bergamo, sul campo dell’Atalanta, che pur dominando, ha giocato con una velocità inferiore a quella dell’altro ieri. Ha creato ed ha dilapidato, ora non deve permetterselo più: deve recuperare, ne ha la forza e la possibilità e il cammino è ancora lungo».
Ma il calendario è impietoso: domenica c’è la Fiorentina.
«Questo Napoli è nelle condizioni di imporre la propria manovra contro qualsiasi avversaria, avendolo fatto contro la Roma, che resta una squadra straordinaria che da più di un anno sta facendo grandissime cose. Sfido a riguardare la partita per averne certezza».
Ci sono uomini che….
«Sbalordiscono. So che può sembrare un’esagerazione, ma al Mondo, sottolineo al Mondo, nessuno ha cinque calciatori del valore di Higuain, di Callejon, di Mertens, di Hamsik e di Insigne. E’ una miscela fantastica, perché ognuno di questi ti può puntare e lasciare sul posto e creare la superiorità e trovare il gol. Pure i club più aristocratici sono fermi a tre, massimo quattro stelle. Chiaramente più luminose, chiaramente di irraggiungibile splendore: ma cinque attaccanti che si completano come quelli di Benitez io non li vedo altrove».
I difetti non mancano.
«L’unico che riconosco in questa squadra è la discontinuità nei risultati: non si possono lasciare occasioni irripetibili a squadre come il Chievo e l’Udinese. Pure in quelle circostanze il padrone del campo è stato il Napoli, ma la classifica langue soltanto per aver distratto un capitale-punti che avrebbe cambiato l’attuale classifica».
In trentamila al san Paolo.
«Pochi per una partita di cartello e per ciò che poi è stato espresso dal Napoli nel corso di quei novanta minuti. Ma questi successi ed il modo in cui si è arrivati ad ottenerlo creano euforia e la tifoseria saprà rispondere come è accaduto con noi negli anni ‘80: se si procede in tal modo, lo stadio diventerà troppo piccolo».
Scelga un personaggio.
«Insigne su tutti. Perché è un ragazzo, mi verrebbe da dire ancora un bambino, ed io alla sua età ero peggio. Perché è napoletano e vivere tra la propria gente non sempre aiuta. Perché ha fatto cose speciali, si è sacrificato ed ha creato opportunità, era in tutte le azioni. E’ stato fenomenale».
Troppo entusiasmo, forse, ora?
«E se non dopo una vittoria così schiacciante, quando? Il calcio va vissuto nei suoi momenti: le sconfitte deprimono ma i successi devono infondere energia positiva. Il Napoli è stato bellissimo, ha giocato un calcio come si vede poche volte, ha offerto una prestazione sontuosa contro la Roma, già battuta nella stagione passata ma non con questa espressione di calcio da applausi».
Non sarà semplice ripetersi…
«Ma sarà possibile mostrare di nuovo quella autorevolezza che ha rappresentato il valore aggiunto: e lo spessore del Napoli, la sua voracità per tutta la gara, viene garantita dalla spregiudicatezza del metodo-Benitez, dalla sua organizzazione che è stata perfetta e dalla forza di quei cinque lì davanti. Io insisto: nel Mondo non ce ne sono di società che possano permettersi così tanti calciatori capaci di lasciare il segno in quel modo».
La Champions e la conseguente delusione sono state dimenticate, dunque….?
«Ma Firenze rappresenta l’immediata verifica: io dico che se il Napoli ci va con la stessa mentalità mostrata contro la Roma…».
Fonte: Corriere dello Sport
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