Ama i puledri di razza. Li alleva a Gatteo a Mare, li cerca per il mondo. Salvatore Bagni oscilla tra la passione dei cavalli e quella da segugio, che scova giovani promesse e campioni semi-sconosciuti ovunque. «Callejon e Mertens? Nel mio database ci sono da sempre. Due campioni. Li seguo da anni, soprattutto il belga che è uno che di gol ne ha sempre fatti tanti».
Questo Callejon tutto cuore e corsa ricorda un po’ il primo Salvatore Bagni?
«È vero, quello dei miei anni a Perugia. Solo che io correvo molto di più in difesa perché i tornanti di una volta la fascia la dovevano coprire per davvero. Ma lo spagnolo è persino più bravo in copertura che in fase di realizzazione».
Detta così, poche ore dopo il supergol di Firenze, è un’autentica incoronazione?
«Di questo ragazzo mi incanta la sua disponibilità mentale a sacrificarsi per i compagni. Si vede che ha tanta voglia di mettersi a disposizione degli altri. È uno che segna grazie a inserimenti costanti. Al contrario del belga che cerca sempre l’uno contro uno, il dribbling e il tiro in porta».
Come a Marsiglia, Callejon ha avuto un’occasione e non l’ha fallita.
«Il movimento senza palla dello spagnolo è spettacolare. È l’emblema della cattiveria agonistica, è il simbolo del sacrificio, fa spostamenti di posizione continui. L’avrà imparato vedendo giocare da vicino nel Real gente come Ozil, Isco o Di Maria».
In Spagna non era così decisivo, però?
«Normale, Mourinho gli voleva un gran belle ma in quel ruolo al Real Madrid c’è una concorrenza spietata. Sono sicuro che sia stato proprio José a suggerirgli di andare a cercare la gloria altrove».
Consiglio saggio. Lo stesso che ha dato Advocaat a Mertens?
«Diverso. Con il Psv Dries è stato trascinatore: 37 reti e 33 assist nelle ultime due stagioni in Olanda sono un bottino che lo hanno portato all’attenzione di tutti. Mi meravigliava il suo digiuno di gol fino ad adesso».
A volte sembra un brasiliano più che un freddo belga?
«Verissimo, anche sotto il profilo caratteriale: se le cose non vanno bene è sempre lì pronto a lamentarsi con un compagno o con l’arbitro. Proprio nello stile dei sudamericani capricciosi. O meglio delle grandi stelle».
Caratteristiche che sono di suo gradimento, giusto?
«Mertens ha immensa cattiveria agonistica che mette in tutti i 90 minuti di gioco».
A Firenze hanno stretto i denti e difeso come tutti gli altri?
«E altrimenti come lo vincono lo scudetto? Nel primo campionato vinto con il Napoli, di gare vinte come quella con la Fiorentina ne ricordo tante: un 1-0 a Torino, un 2-1 a Marassi con la Sampdoria, un’altra vittoria piena di patemi all’Olimpico… mica i titoli si conquistano vincendo sempre facilmente come contro il Livorno o il Genoa».
Il loro punto debole?
«Le nazionali. Callejon non ha speranze con la Spagna e Mertens ha davanti a sé Hazard».
Callejon e Mertens, qual è il loro segreto?
«Testa e fame. È vero che lo spagnolo al Real ha vinto tanto ma da gregario. Sa che il Napoli e Benitez gli hanno offerto una possibilità unica, imperdibile. E lui sta sfruttando al meglio la situazione».
D’altronde come il belga: doveva essere la riserva di Insigne. Invece…
«E invece tornerà ad esserlo: perché Lorenzo è un giocatore fantastico che ha bisogno ancora di poco tempo per completare la maturazione»
Fonte: Il Mattino.
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