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Bacconi: “Troppe distrazioni in difesa e scarsa precisione nella reazione”

Mancano idee e spunti per superare il bunker gialloblù

Il Chievo è aggressivo sin dalle prime battute, il Napoli manifesta evidenti distrazioni difensive sin dai primi minuti quando lascia una nitida palla gol a Thereau direttamente da fallo laterale. Il campanello d’allarme serve agli azzurri che iniziano a manovrare da dietro con maggior personalità e a spingere con più convinzione sulle fasce. È proprio da una percussione sulla sinistra di Behrami che nasce la prima fiammata del Napoli, con tiro da fuori insidioso di Zuniga.
Il Napoli però non fa in tempo a prendere fiducia in se stesso che il Chievo passa. Al 12’ Dramè recupera una respinta corta di Rolando, lontano dal capitano per personalità e capacità di dettare i tempi al reparto, prima di scaricare a rete un sinistro da 33 metri a 98 km/h. De Sanctis parte tardi e non spinge con le gambe. La conclusione non è nè alta nè angolatissima ma beffa lo stesso il portiere.
L’eliminazione in Europa League, l’occasione persa nello scontro diretto con la Juve, la vittoria del Milan il giorno precedente e ora il gol subito quasi a freddo, gettano nello sconforto il Napoli che barcolla. Il Chievo ne approfitta e cerca il colpo del ko collezionando angoli e crando altri pericoli. Prima Paloschi sfiora il raddoppio di testa, poi è Cofie a tirare senza convinzione da posizione favorevole. I tre tenori? Si intravedono al 20’. Hamsik lancia lungo per il taglio largo di Cavani che controlla bene ma batte male. Insigne si vede 5 minuti dopo con un tiro da fuori area che sfiora il palo a Puggioni battuto.
Segnali di risveglio che inducono il Chievo ad una maggiore prudenza. Al Napoli non manca l’ardore. Si butta in attacco con veemenza ma con scarsa precisione. Le verticalizzazioni sono precipitose, i dribbling forzati. Lo schermo dei 3 mediani gialloblù funziona: recupero palla e ripartenza automatica. Al 31’ intercettazione di Hetamaj e passaggio filtrante per Thereau. Da dietro arriva Dramè che nell’1 contro 1 salta facilmente Maggio e tira a lato prima del raddoppio di Campagnaro.
Mazzarri chiede di far girare la palla con calma aspettando il momento giusto per l’imbucata. Insigne non deve isolarsi a sinistra ma svariare tra le linee e da qui combinare con Hamsik e Cavani. Qualcosa accade ma non basta a perforare il bunker del Chievo che, seppur con qualche affanno, resiste. Gli ultimi 10’ del primo tempo si giocano praticamente dentro l’area di rigore clivense ma il Napoli soffre troppo le ripartenze manovrate dei padroni di casa. Dramè, migliore in campo, anticipa nettamente Maggio e verticalizza su Thereau sempre bravo ad offrirsi come vertice alto nei disimpegni dei compagni. Azione alla mano verso destra prima con Cofie poi con Frey che alza la testa e attende l’inserimento di Thereau stesso prima di battere lungo. Gamberini gli lascia colpevolmente spazio. L’attaccante francese controlla al volo di esterno, fa rimbalzare la palla e calcia sotto il braccio destro di De Sanctis che per la seconda volta non si fa trovare pronto. Mazzarri ora non sorride più, nel suo volto si leggono solo pensieri sofferti alla ricerca di una soluzioni per tornare in campo, nella ripresa, con qualche idea nuova.
La soluzione adottata è quel 4-3-3, che tanti avrebbero voluto vedere dal primo minuto, con Hamsik e Insegne alle spalle di un sempre più spaesato Cavani schiacciato, evidentemente, dalle responsabilità che tutti gli scaricano addosso.
Già al 3’ il bomber urugagio alza sopra la traversa un buon invito di Dzemaili. Poco dopo salva con uno stop di petto il Chievo. La conclusione acrobatica di Insigne avrebbe infatti ingannato Puccioni ma Cavani, in offside, transitava abulico da quelle parti. La nemesi del Matador si compie con il rigore sbagliato al 14’. Dopo avergli ragalato tante gioie Cavani toglie al Napoli, con il penalty respinto da Puggioni, le ultime speranze di scudetto.
È evidente che senza i suoi gol il Napoli non può competere a certi livelli. L’ultima mezz’ora è solo agonia. Entrano Armero e Pandev per cercare alternative credibili in zona gol. Il Chievo però che col passare del minuti ripiega, dal 3-5-2 iniziale, al 5-4-1 arroccandosi, senza grossi affanni, in difesa. Finisce mestamente 2-0. Ora il Milan e la Fiorentina fanno più paura.

Fonte: Il Mattino

La Redazione

M.V.

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