Il gol in apertura di Cavani spezza subito l’equilibro della partita. Dzemaili cerca in verticale Pandev. Kovacic sbaglia i tempi dell’anticipo aprendo il corridoio centrale al macedone che può girarsi e vedere Cavani già lanciato nella crepa creatasi tra Ranocchia e Chivu. Passaggio filtrante, impeccabili e rapidissimi aggancio e conclusione dell’uruguagio, incolpevole Handanovic.
L’Inter sembra derelitta, anche perché Stramaccioni schiera una squadra senza punte di ruolo. Il Napoli va ancora vicino al gol con Cavani, Pandev e Hamsik dando l’impressione di giocare al gatto col topo, ma la superiorità è apparente, ingannevole. L’Inter ogni volta che si propone trova dei varchi interessanti. L’interdizione di Behrami è meno puntuale ed efficace del solito. Sul fronte difensivo il gap con Juve scudettata è fin troppo evidente e lo ammette Mazzarri nel post partita.
Così al 21′ l’Inter trova il pari. Accelerazione centrale di Kovacic finalizzata da Alvarez che, una volta in area, è chiuso fallosamente nella morsa Britos-Zuniga. Il Napoli subisce il contraccolpo e ci mette qualche minuto a riprendersi. Ma questa è una squadra a cui Mazzarri ha trasmesso un cuore grande così, oltre che precise idee di gioco. La sintesi di queste due qualità si vede nei 15′ successivi. Al 26′ su preciso schema da angolo Pandev cerca Hamsik che uscendo dall’area tocca all’accorrente Dzemaili. Bolide di prima intenzione che trova la pronta contrapposizione di Handanovic. Al 30′ ci prova Pandev su imbeccata di Hamsik. Al 33′ il Napoli passa. Zuniga riceve da Hamsik e gioca lungo linea a Pandev, sempre molto mobile. Il colombiano segue l’azione del macedone buttandosi in area e subendo il fallo ingenuo di Jonathan. Cavani trasforma il penalty, 2-1.
Il Napoli non riesce però a gestire la partita. Il pacchetto arretrato balla ogni volta che l’Inter verticalizza. L’improvvisata coppia d’attacco Guarin-Alvarez mette sempre in soggezione Britos e Gamberini. Cannavaro cerca di controllare il traffico ma palesando sempre troppi affanni. Al 42′ è Behrami che deve impegnarsi per rincorrere un taglio in area di Kuzmanovic alle spalle di Gamberini (sostituito nella ripresa dal redivivo Rolando). Il tackle scivolato è efficace ma da brividi.
Nella ripresa in Napoli parte col piglio giusto. Prima arriva al tiro ravvicinato Pandev su suggerimento filtrante di Hamsik, poi è lo stesso slovacco a trovare il varco ma la conclusione è ribattuta da Ranocchia. Come già in altri momenti della stagione il Napoli fatica a chiudere la partita. Ma rispetto al primo tempo Mazzarri convince i suoi a stare più compatti sotto la linea della palla aspettando il momento giusto per il break. L’obiettivo è anche evitare di lasciare spazi agli inserimenti senza palla di Cambiasso, subentrato nell’intervallo a un abulico e acerbo Benassi.
Al 10′ è ancora Juan Jesus a lanciare gli azzurri sbagliando completamente il cambio gioco. La palla finisce sul petto di Cavani. Il “3 contro 3” non si concretizza per la chiusura di Chivu proprio mentre il Matador carica il tiro. L’occasione di Alvarez sul tackle perso da Berhami su Guarin al 12′ invoglia Mazzarri ad aumentare il dinamismo a sinistra. Entra Armero per Dzemaili e l’ex Udinese combina subito con Zuniga e Pandev in fascia. Il cross finale è radente per il mortifero Cavani che col movimento di anticipo semina lo stralunato Juan Jesus. Il gol sembra fatto, ma è solo un effetto ottico, la palla sfila a fil di palo. Il Napoli abbassa i ritmi tenendo la palla prima di affondare, la strategia è giusta anche perché l’Inter ha ormai mollato gli ormeggi. Il gol che chiude la pratica è bellissimo e logico. Guarin, spalle alla porta, è raddoppiato da Behrami. Hamsik e Pandev scambiano nello stretto facendo fuori subito Cambiasso e Kovacic. Si crea l’ennesimo “3 contro 3” finalizzato con maestria, seppur con la complicità del portierone nerazzurro Handanovic, non impeccabile nell’uscita bassa. Con la tripletta di Cavani lo “scudetto degli altri” è ora realtà.
Fonte: Il Mattino
La Redazione
M.V.
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