L’azione tambureggiante del Napoli al terzo minuto la dice lunga sulla diversa carica emotiva con cui scendono in campo le squadre. I padroni di casa vogliono cancellare le tristezze dei fatti dell’Olimpico e ribadire la crescita tecnica complessiva di questo finale di stagione. Il Cagliari ha invece la pancia piena: resta in Serie A nonostante le tante traversie legate alla società.
Callejon e Mertens spingono come pazzi sulle fasce, Pandev al centro dell’attacco non fa rimpiangere Higuain, dimostrandosi un rincalzo di lusso. Hamsik prende il metodista avversario come riferimento di partenza. Si muove quindi, nella fase di non possesso, sulle tracce di Daniele Conti per poi buttarsi a rimorchio di Pandev. Condizionato forse dalla lunga astinenza realizzativa cerca però di forzare troppo spesso la soluzione, perdendo di mira quelle che sarebbero la sua qualità migliori: la visione degli spazi e la pulizia delle giocate.
Comunque il canovaccio della gara è monocorde. Quando la palla è nei piedi degli azzurri il ritmo è elevato. Si cerca subito la verticalizzazione rischiando il passaggio filtrante o il dribbling. La circolazione palla è veloce, spesso a un tocco e si alternano la ricerca della profondità e l’utilizzo dell’ampiezza, in particolare a sinistra dove Ghoulam crea il “2 contro 1” con Mertens. Sulla fascia opposta c’e’ Giandomenico Mesto, per la prima volta titolare dal 2 novembre, che si muove con prudenza, attento soprattutto ad ammortizzare gli strappi di Ibarbo. Quando trova il tempo e lo spazio per inserirsi manca ancora di quella confidenza per dare il giusto impatto alla palla. Come al 24’ quando spreca uno spettacolare lancio lungo in diagonale di Inler ciabattando il cross. Quando la palla è in possesso del Cagliari il ritmo si affievolisce con passaggi lenti ed orizzontali senza sfruttare la velocità di Sau e di Ibarbo. Ne risulta facilitato il compito di Fernandez e Britos che, per una volta, possono godere di una serata tranquilla.
Dzemaili al fianco di Inler prende la mira al 28’ con un tiro potente dai 25 metri, deviato da Silvestri sulla traversa. Sul seguente angolo è ancora lo svizzero ad andare al tiro, questa volta di sinistro e da distanza ravvicinata. Sempre pronto il portiere rossoblu. Ma il gol è nell’aria e arriva grazie all’ennesimo spunto personale di Pandev che si va cercare il rigore una volta stretto nella morsa tra Astori e Conti. La trasformazione di Mertens suggella una superiorità tecnica e fisica fin troppo evidente.
Giusto il tempo di rifiatare e in Napoli chiude il conto col suo uomo più brillante e grazie alla colpevole complicità dello sparring partner. Infatti è ancora Astori ad intervenire maldestramente su pallonetto di Hamsik. Il suo recupero sghembo mette fuori causa Rossettini e libera Callejon. Per lo spagnolo è un gioco da ragazzi appoggiare per Pandev che in scivolata appoggia la palla in rete.
Al di là della curiosità di vedere per la prima volta all’opera il 38enne Roberto Colombo in porta, il secondo tempo offre ben poco, anche perché il Cagliari rimane dopo poco in dieci per l’ennesimo guizzo di Pandev che, dopo aver disorientato Astori (ma possibile che il Napoli lo volesse per migliorare la difesa?), salta in dribbling anche Silvestri che lo stende. Espulsione e rigore. Tutti invocano Hamsik dal dischetto che non si sottrae. Purtroppo la voglia di rompere il digiuno lo tradisce ancora. La palla calciata di interno piede sbatte contro la traversa e torna in campo. Lo slovacco incoraggiato dal pubblico non si abbatte e la ripartenza successiva che porta al terzo gol lo vede protagonista. Colombo blocca la conclusione di Sau e lo serve con le mani a metà campo. Hamsik accelera fin a ridosso dell’area di rigore prima di allargare sull’accorrente Mertens. Di prima il suggerimento per Pandev, il cui tiro maligno trova la corta respinta di Abramov. Sulla respinta Dzemaili è più reattivo dello stesso Hamsik e col suo tap-in toglie ancora una volta al compagno la gioia del gol.
Ci saranno ancora 180’ a disposizione del capitano per sbloccarsi, gli stessi che dovranno essere sufficienti a Benitez per capire se ripartire ancora da lui nella prossima stagione.
Fonte: Il Mattino
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