L’analisi della partita di Adriano Bacconi:
“Ha ragione Walter Mazzarri a dire che il primo tempo sarebbe dovuto finire due o tre a zero. Ma ha eguale ragione Stefano Pioli quando sostiene che il Bologna ha avuto tantissime ripartenze che avrebbe potuto sfruttare anche meglio. È necessario approfondire l’analisi andando a cercare perchè alla fine di un primo tempo dominato il Napoli si sia trovato in svantaggio e soprattutto perchè nella ripresa la squadra si è praticamente dissolta dal punto di vista tattico e mentale.
Andiamo con ordine. Novità importanti in difesa con Aronica centrale e Cannavaro e Britos ai fianchi. Una scelta forse obbligata, come sostiene il mister partenopeo per le assenze di Campagnaro, Fernandez e Grava, ma che penalizza il Napoli pesantemente. Se il capitano si fa apprezzare per un paio di sgroppate (traversa la prima volta, assist per Cavani la seconda, foto 1) alla lunga soffre molto, nella sua zona di competenza, la velocità di gamba e pensiero di Di Vaio, lasciandogli la possibilità di dispensare assist e di arrivare ripetutamente al tiro. Ma l’aspetto più negativo di questa scelta si palesa soprattutto nelle difficoltà di Aronica ad interpretare il ruolo di centrale, e non sto parlando di errori tecnici o duelli persi, ma della sua capacità di leggere le situazioni di gioco. Evidente la valutazione sbagliata di uscire in fascia nell’azione dell’uno a zero. Con Morleo lanciato lungo linea in zona cieca e già chiuso da Cannavaro se l’ex reggino fosse rimasto a presidiare l’area non avrebbe lasciato il già titubante Britos da solo contro Acquafresca e Inler non sarebbe andato al raddoppio sul centravanti rossoblu lasciandosi sfilare alle spalle Diamanti.
Una concatenazione di errori che ha condizionato il match. Fino a quel momento il Napoli aveva tenuto alto il ritmo mettendo in difficoltà il Bologna soprattutto con i movimenti di Hamsik tra le linee e il pressing di Gargano. Lo slovacco nel primo tempo crea (e distrugge) palle gol e suggerimenti in serie. Il suo riferimento è quasi esclusivamente Cavani. L’intesa c’è ma manca lucidità e un pizzico di fortuna sotto porta. Il Matador sbaglia l’impossibile vanificando la mole di gioco prodotta dalla squadra. Gli attacchi si susseguono a testa bassa almeno fino al 35′ quando un tiro di alleggerimento di Perez fa respirare i padroni di casa costretti fino ad allora ad una lunga apnea. Il Bologna ha il merito di presidiare bene le fasce con Garics a destra e Morleo a sinistra. Quest’ultimo dimostra di contrastare efficacemente Maggio che non riesce mai a sfondare e che nella ripresa sarà addirittura sostituito.
Gli sforzi per tenere il baricentro alto e la pressione costante sugli avversari sono pagati a caro prezzo nella ripresa. Le notizie dagli altri campi sono tutte negative. Udinese e Lazio vincono. Servono i tre punti anche al Napoli che riparte a spron battuto aggredendo il Bologna alla ricerca disperata di un gol che non arriva. È ancora Hamsik a dare la carica. Ma iniziano a mancare le energie. Presto la squadra si spacca. Gargano e Inler hanno troppi metri da coprire per poter garantire i recuperi alti visti nel primo tempo. Si aprono ripetutatmente varchi pazzeschi per i contropiedisti del Bologna e buon per il Napoli che non ci sia anche Ramirez a sfruttarli. I padroni di casa ne sprecano parecchi prima di assestare il colpo del ko. Io ne conto almeno tre prima dell’ingresso in campo di Lavezzi. Mazzarri butta dentro il Pocho per Maggio e poco dopo Dossena per Britos passando al 4-3-3. Un’altra mossa forse obbligata ma deleteria quanto quella di giocare con Aronica centrale. Lavezzi sbaglia molto nella frenesia di voler dimostrare sempre qualcosa di troppo. Ma non è questo il punto. Il problema è squisitamente tattico. Pioli risponde al collega inserendo Rubin per Acquafresca. Da una parte quindi una squadra che si disunisce depauperando il centrocampo dall’altra una che si compatta intorno ad un ermetico 3-5-2. L’errore fatale al 65′. Su un fallo laterale di Zuniga, spostatosi intanto a destra, Pandev non riesce a proteggere la palla. Il Napoli prova ad entrare in pressing ma manca della necessaria aggressività. Il passaggio verticale di Mudingayi taglia fuori 8 giocatori (foto 2). Ci sarebbe bisogno di temporeggiare, invece Di Vaio con un tocco di prima per Diamanti mette fuori causa anche Cannavaro. L’ex fantasista del Brescia sbaglia tutto ignorando i compagni che arrivano da dietro e spara fuori debolmente. De Sanctis rimette in gioco la palla celermente per Gargano che la perde immediatamente appena superata la metà campo. Questa volta a ripartire non è lo stanco Diamanti ma il fresco Rubin che chiede triangolo a Di Vaio, semina Inler e fulmina De Santis (foto 3). La partita finisce qui. Il resto è sono agonia”.
Fonte: Il Mattino
La Redazione
P.S.
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