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Bacconi: “Cavani, solo un lampo da campione, Hamsik si inchina a Pirlo”

Sul gol di Caceres nell’area azzurra ben sei juventini

Adriano Bacconi, la partita nella sua disamina:

“Dopo aver vinto alcune gare soffrendo molto, il Napoli lascia tre punti per strada proprio nel giorno in cui, contro l’avversario più temibile, sembrava essere nel pieno controllo del match. Fatta eccezione per due spunti di Giovinco, la Juve non dà mai l’impressione di poter graffiare veramente. Quagliarella prima e Matri poi non avrebbero mai potuto da soli cambiare l’inerzia della gara. Si sapeva che la forza della Juventus è altrove, è nel suo centrocampo, e lì la differenza si è vista. Mazzarri sacrifica per tutta la partita Hamsik sulle tracce di Pirlo ma il genio bresciano non appare mai per questo condizionato. Essendo Cavani e Pandev impegnati a coprire le fasce Hamsik si ritrova sistematicamente preso nel mezzo fra ai due bianconeri. Come al 13′, quando, dopo aver a lungo pedinato Pirlo, è costretto a scalare su Bonucci che arriva palla al piede.
Sull’accenno di pressing dello slovacco scatta il piano B studiato da Conte in settimana. Passaggio filtrante del difensore per Quagliarella che viene incontro e sponda immediata su Pirlo ”scappato” alle spalle di Hamsik. In automatico il lancio per Giovinco sulla profondità (foto 1). Le giocate di Pirlo sono deliziose e tremendamente efficaci per tutta la partita, mentre Hamsik esce dal vivo del gioco praticamente subito per non rientrandovi più.
Se a Mazzarri si può addebitare qualcosa, potremo forse contestargli di non aver azzardato qualcosa in più. La Juventus dopo 15’ iniziali di grande intensità e di pressing ultraoffensivo subisce, infatti, il ritorno del Napoli e il suo palleggio prolungato tendente ad abbassare i ritmi della partita. Con questo atteggiamento sornione, dettato soprattutto dalla lucidità e dalle geometrie di Inler, sarebbe bastato crederci un po’ per provare a vincere la partita. Invece, al di là della clamorosa traversa di Cavani su punizione defilata, gli azzurri si sono adagiati su questo andamento lento puntando nella ripresa solamente alla gestione dello 0-0. Un errore pagato a caro prezzo. Sia perchè la catena sinistra della Juventus, quella composta da Marchisio e Asamoah cresce col passare dei minuti fino a mandare completamente in tilt Maggio e aprendo una falla che Campagnaro non riuscirà a tamponare da solo (la seconda palla gol di Giovinco nasce proprio dall’ennesima iniziativa del ghanese sull’out sinistro, foto2).
La svolta al 33′ del secondo tempo quando sull’ennesimo duello tutto fisico Maggio in tackle scivolato sradica la palla ad un Asamoah lanciatissimo ma finisce anche per impattare anche col suo ginocchio sinistro. Cambio obbligato, dentro Caceres. Proprio da una sua inziativa, in combinazione con Marchisio, nasce il calcio d’angolo decisivo. L’entrata di Behrami è sulle gambe della mezzala azzurra e non sul pallone ma l’arbitro concede il corner invece della punizione. Il Napoli in area marca ad uomo. Ad eccezione di Cavani, sul primo palo, e Inler, che cerca la palla, tutti gli altri vanno in marcatura. Il problema è che mentre fino ad allora i saltatori della Juve erano stati 5 perchè Asamoah rimaneva al limite ora improvvisamente sono 6. Il sesto è Caceres, tra l’altro molto temibile nei calci piazzati proprio per la sua abilità nella scelta di tempo. Zuniga lo vede (foto 3) proprio mentre Pirlo (sempre lui) sta per calciare. Ma è troppo tardi. Il colombiano non può distrarsi visto che ha il compito di aggrapparsi a Pogba, 16 centimetri più alto di lui. Si proprio Pogba, perchè per completare lo spariglio oltre a Matri e Caceres nei minuti finali Alessio aveva buttato dentro anche lo spilungone francese al posto di uno spento Vidal. Il terzo tempo indisturbato e vincente di Caceres e la randellata volante di Pogba, una manciata di secondi dopo, sono le due istantanee che Mazzarri è costretto a portarsi a casa.
Al Napoli sono mancati i top player e l’asso nella manica (Insigne è entrato solo a giochi fatti). Cavani ha avuto qualche spunto ma è andato a corrente troppo alternata, Pandev, spesso spalle alla porta, e stato stritolato dalla pressione di Chiellini e Bonucci. Di Hamsik abbiamo già detto. Solitamente riesce a difendere e ripartire, abbassarsi e inserirsi, impostare e finalizzare. Putroppo si è dovuto inchinare alla classe e alla furbizia tattica di Pirlo”.

Fonte: Il Mattino

La Redazione

P.S.

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