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Baby Improta, quell’oro di Castellammare

Quattro secondi. Tanti ne bastano per cambiare tutto. Quattro secondi che sembrano una vita, tenendo col fiato sospeso duemila cuori prima del tripudio. Tanti ne sono serviti a Riccardo Improta per il più classico dei gol dell’ex, quello che sabato ha steso il Lanciano, portando la Juve Stabia nell’olimpo della serie B. Quarto posto, sia pure insieme a Brescia, Modena e Cittadella, e se anche uno dal cuore di ghiaccio come Braglia comincia a sciogliersi, tornando ai motivi dell’anno della promozione in cadetteria, è segno che a Castellammare il sogno è davvero cominciato. «Sono stati istanti interminabili – Improta ripercorre con la mente i secondi più lunghi della sua vita – Ho visto Caserta andare in pressing sul portiere del Lanciano, ci ho creduto, e ad un certo punto, devo ammetterlo, ho avuto anche paura di sbagliare. La palla mi è rimasta sotto, c’era un difensore tra me e la porta, è andata bene. È stata una vittoria importante, preziosa, la squadra ha dimostrato grande carattere, l’abbiamo meritata».
Il boato del Menti, il suo nome gridato per sei volte, l’emozione di un ragazzo che a 18 anni ha grande voglia di essere protagonista in gialloblu: «Non l’avevo mai detto, ma ci tenevo a provare anche io questa sensazione. Sentire lo stadio che urla il tuo nome è qualcosa di unico, incredibile. Ora devo tornare coi piedi a terra, continuare a lavorare come sto facendo dall’inizio della stagione, cercando di essere pronto quando capiterà l’occasione». In sordina, a piccoli passi, come quando è approdato a Castellammare: mentre si parlava addirittura di Sampirisi, dal Genoa arrivava questo giovanotto di belle speranze, capocannoniere nel Viareggio con la maglia del Grifone, ma ancora sconosciuto alle grandi platee. «Mi sono messo subito a disposizione dell’ allenatore, Braglia è uno che può dare tantissimo ai giovani. Ci dice sempre di non mollare, di andare avanti, di non aver paura di sbagliare un passaggio o un tiro. Mi sta dando davvero tanto».
Quattro mesi appena per diventare grande. Dal suo arrivo a Castellammare tutto è cambiato. La convocazione nella B Italia di Piscedda e nell’Under 20. E nel giorno del suo primo gol in serie B, a Novara, persino Davis Mangia, cittì dell’Under 21 aveva espresso apprezzamenti per lui: «È uno dei giovani che ho sul taccuino per le attività della Nazionale». Lui però sa come restare con i piedi ben saldi a terra. Tutto calcio e famiglia, la dedica del gol con il Lanciano è andata ai fratelli che ne seguono le orme, militando nelle file di Melfi e L’Aquila. «Sarei anche potuto tornare in Abruzzo – aveva detto alla vigilia del match con i rossoneri -, poi il Genoa mi ha ceduto alla Juve Stabia, la cosa migliore anche perché così i miei genitori possono seguirmi il sabato». Il futuro è tutto suo, Braglia gli ha dato fiducia nei suoi mezzi, alla Juve Stabia potrà dare ancora tanto. Le idee, d’altronde, sembra averle ben chiare: «Andiamo avanti così, cerchiamo di vincere tutte le gare in casa, e di far punti anche fuori. Dobbiamo arrivare più in alto possibile». E intanto mercoledì il ritorno in azzurro per il Quattro Nazioni e la gara di ritorno con la Svizzera.

Fonte: Il Mattino

La Redazione

M.V.

 

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