«Nel leggere la sentenza del giudice sportivo sono rimasto basito. Anzi, per la verità debbo ritenermi parte lesa. Sono estraneo a quanto attribuitomi. Durante la rissa sono rimasto fermo nella mia area tecnica, per cui sono pronto a far valere le mie ragioni. Ho già contattato un legale perché intendo querelare l’arbitro. Sul terreno di gioco è entrato il dirigente accompagnatore Gennaro Bubbolo, il quale ha cercato di sedare gli animi pur usando toni forti, ma senza mai entrare in contatto con l’arbitro, mentre io sono rimasto fermo in panchina, e su questo posso avere la testimonianza del mio collega della squadra avversaria».
Ivano Mennella, 40 anni, lavora in un istituto di credito ma per hobby si dedica ad allenare i giovani calciatori della Piana del Sele. È lui il tecnico della squadra allievi provinciali della «Mario Opromolla» di Serre balzata agli onori della cronaca per la violenza attuata da alcuni suoi giocatori sul campo «Vertucci» a Teggiano, nella gara che opponeva la squadra del Sele alla formazione locale del Comprensorio Valdianese. Il giudice sportivo del settore giovanile e scolastico della provincia di Salerno ha squalificato il tecnico e un suo giocatore per un intero anno, un altro atleta per due e proposto la radiazione a vita per tre baby-calciatori.
Ebbene, Mennella non solo contesta quanto riportato dall’arbitro nel referto ma cerca di dare una spiegazione alla violenza gratuita messa in atto dai suoi ragazzi nei confronti dell’arbitro anch’egli minorenne. «Dopo aver visto che il direttore di gara aveva convalidato la rete del pareggio, in un primo momento annullata, i miei ragazzi sono andati fuori dalle righe, anche se io dalla panchina non ho visto tanta violenza come riportato nel referto di fine gara – questo il racconto del tecnico dell’Opromolla – Un arbitro a mio avviso poco competente. Di certo qualche parola grossa nei suoi confronti c’è stata, come pure spintoni e qualche schiaffo è volato, ma parlare di aggressione vera e propria mi appare fuori luogo». «Con questo non intendo giustificare l’atteggiamento dei miei ragazzi, che va condannato – aggiunge Mennella – E proprio per fare chiarezza su quanto accaduto abbiamo organizzato una riunione in società nella quale faremo il punto della situazione. Mi ritengo un promotore di sport e non di violenza, questo non è calcio e va condannato. In tanti anni di calcio giocato a livello giovanile non sono stato mai squalificato, ritrovarmi con una sanzione così pesante senza aver commesso nulla è inaccettabile e per questo mi tutelerò in tutte le sedi».
Mennella è un fiume in piena e prova a dare un alibi ai tre suoi giocatori che rischiano di non giocare più a calcio: «Mi dispiace per loro. Ad essere precisi a colpire l’arbitro sono stati altri e questo conferma che il referto è pieno di contraddizioni». Poi si sofferma sul ricovero in ospedale dell’arbitro: «È rimasto chiuso nello spogliatoio per oltre 40 minuti, se le sue condizioni fossero state gravi come si vuol far credere sarebbe stato trasferito subito in ospedale, visto che sono giunte immediatamente le forze dell’ordine. Per cui ritengo che si sia voluto punire oltremisura i ragazzi e il sottoscritto completamente estraneo ai fatti».
Fonte: Il Mattino
La Redazione
M.V.
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