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Azzurri stanchi, per la Spagna un successo facile

Decisivi i gol incassati nel primo tempo. Le Furie Rosse si confermano al vertice d’Europa

La Spagna resta sul trono. Da campione, umilia l’Italia: il risultato è pesante, 4 a 0, ma gli azzurri giocano gli ultimi trenta minuti in dieci per l’infortunio di Thiago Motta. Casillas alza la coppa nella notte di Kiev, la terza in quattro anni, concedendo il bis dell’Europeo vinto nel 2008 a Vienna e confermandosi la migliore del continente dopo aver conquistato il mondiale nel 2010 a Johannesburg. La nostra Nazionale evapora quando nessuno se l’aspetta: fisicamente e anche psicologicamente dimostra proprio nella finale di non aver più niente da dare.
Del Bosque riparte dal via. Perché, nonostante le energie spese fino ai rigori nella semifinale contro il Portogallo, si sente padrone della situazione. Stessi undici del 10 giugno a Danzica, nel pomeriggio del debutto proprio contro gli azzurri. Ancora senza centravanti, con Fabregas playmaker avanzato, in mezzo a Silva e Iniesta. Tutti i palleggiatori dall’inizio per esibirsi nel tiqui taca. Prandelli, rispetto alla gara di tre settimane fa, ha tre novità: Abate, recuperato per la finale, Barzagli e Montolivo. L’Italia soffrì quel giorno nei primi minuti proprio per la mancanza della prima punti tra gli avversari, sorpresa dalla scelta del tecnico spagnolo. Ma stavolta, pur conoscendo la mossa nella circostanza annunciata, si è comportata addirittura peggio. Xabi Alonso, Iniesta, Xavi, Fabregas e Silva hanno iniziato la loro danza al ritmo che conosciamo, palla sui piedi e fitta trama per la ragnatela in cui gli azzurri sono finiti, storditi e impreparati.
Prima del vantaggio, due chance, su punizione e di testa su corner, per Sergio Ramos, e la prima azione spettacolare del match, con Fabregas, preciso quando acchitta il tiro a Xavi che, con un destro dal limite, invia il primo messaggio a Buffon. La palla sfiora la traversa, ma i campioni stanno forzando i tempi, vogliono subito mettere le mani sulla coppa. Lo spettacolo è già iniziato. Pirlo non ce la fa a tenere palla, Marchisio si nasconde, De Rossi lo aiuta finché può e Montolivo fatica. Dietro, a sinistra, Chiellini è statico. Xavi e Iniesta decidono che è il momento per affondare da quel lato. Sono i due giocolieri del Barça a creare i presupposti per l’1 a 0 al quattordicesimo. Il primo scarica al centro per il secondo che, con un colpo da biliardo, infila in area per Fabregas, velocissimo e quindi imprendibile per Chiellini, rimasto sul posto. Cross in corsa e colpo di testa vincente di Silva, lesto nell’anticipo a centro area su Barzagli. Per la prima volta l’Italia si ritrova sotto nel torneo. Chiellini si arrende cinque minuti dopo: ricaduta muscolare. Entra Balzaretti. La musica, nella prima parte, è sempre la stessa, anche se la Spagna si abbassa bene sotto la linea della palla, con tutti i suoi interpreti, per chiudere ogni spazio, lasciando solo momentaneamente il pallino a Pirlo e De Rossi. Balotelli dorme e non permette ai compagni di appoggiarsi al suo fisico. Cassano sta in posizione defilata, anche se i primi due tiri verso Casillas sono i suoi. Prima dell’intervallo, al quarantaduesimo, il due a zero. Jordy Alba, appena acquistato dal Barcellona, tira fuori il biglietto da visita nella serata ideale. Cattura il pallone sul lancio di Casillas, lo appoggia a Xavi e scatta in profondità. Il corridoio è quello giusto, il lancio del regista del Barça da applausi. Controllo in velocità e sinistro leggero sull’uscita di Buffon, mai battuto due volte, nella stessa partita, fino a ieri sera, nemmeno nei dieci incontri delle qualificazioni. L’Italia è più stanca della Spagna. E, probabilmente, ha più di un giocatore con guai fisici. La sfida, dunque, non è alla pari, come si augurava soprattutto Prandelli. Che lascia Cassano negli spogliatoi. Tocca a Di Natale che, unico ad aver superato Casillas in questa edizione, si presenta con un colpo di testa, finito alto, su cross dalla destra di Abate. È un lampo nella notte più buia degli azzurri all’Europeo. Fabregas vola a destra. Lo slalom termina per la scivolata di Balzaretti che però costringe Buffon alla deviazione a terra, prima del salvataggio definitivo di Abate sull’incursione di Iniesta. Proenca non permette ai campioni di chiudere il match al quinto della ripresa: l’arbitro portoghese, incrociato dalla Nazionale nei quarti contro l’Inghilterra, non vede Bonucci parare con la mano sinistra il colpo di testa di Sergio Ramos e macchia la sua direzione di gara, anche perché Di Natale, servito da Montolivo, verticalizzazione in area, ha la palla per riaprire il match: bravo Casillas a respingere. È fatale, invece, la terza sostituzione di Prandelli, al dodicesimo: Thiago Motta per Montolivo che, tra l’altro, era almeno un po’ vivace. L’oriundo si fa male subito, restando in campo meno di cinque minuti: stiramento al bicipite femorale destro. In dieci, a mezz’ora dalla fine, è game over: terzo titolo europeo per la Spagna. Del Bosque regala la standing ovation a Silva, Fabregas e Iniesta, in campo rispettivamente Pedro, Torres e Mata. Partecipano anche loro alla fiesta. Torres segna il 3 a 0 al trentottesimo, su lancio di Xavi, straordinario alla meta, e mette davanti alla porta vuota Mata per il 4 a 0 al minuto 43. Balotelli, il peggiore in campo, al fischio finale scappa negli spogliatoi senza stringere la mano agli avversari, ma poi torna per la premiazione. È il più deluso. Il titolo di capocannoniere, da dividere con colleghi prestigiosi, non gli basta. E nemmeno all’Italia che solo 44 anni fa è stata capace di vincere l’Europeo e, tra l’altro, in casa.

Fonte: Il Mattino

La Redazione

M.V.

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