Sul Napoli è calato il buio, è accaduto – ironia di un ko – nel paese delle lampadine (Eindhoven, la Philips etc.). Per certi versi tutto ciò era preventivabile, se si tien conto di come la squadra numero due varata da Mazzarri abbia giocato insieme così poco e quanto pesi il cambio d’avversario rispetto alla facile partita con gli svedesi dell’Aik Solna. Se poi includiamo nel conto anche la nuvola nera che s’è abbattuta sul portiere Rosati, inconsapevole autore del primo gol olandese, i conti tornano.
Per certi aspetti, questo 3-0 rappresenta una medicina amara, ma può far bene al malato. Il Psv, ben preparato anche mentalmente da Advocaat, ha vinto bene per quanto gli azzurri hanno perso male. Molte occasioni per i padroni di casa già nel primo tempo, ma un palo sfiorato, un paio di parate di Rosati e soprattutto gli errori di mira avevano tenuto aperta la partita. Una crescente precisione nel tiro e sempre più gravi errori della nostra difesa l’hanno chiusa.
Perché questa sconfitta può giovare? Perché resta ancora un consistente lavoro da svolgere, e dopo il crollo al Philips Stadion che è una lezione di calcio, inteso come gioco di squadra, i nostri devono ritrovare umiltà e coesione. E concentrazione, che è doveroso pretenderla. Dire che El Kaddouri o Dossena sono stati tra i peggiori non servirebbe a nulla. Così come sottolineare che il Napoli non è riuscito a tenere palla se non per pochi secondi, facilitando le ripartenze olandesi. Si inizia comunque da errori dei singoli ai quali bisogna porre riparo. Ne è consapevole Mazzarri, che per la prima volta, in questa Europa League, si trova alle prese con onde alte. Ora sopravvengono molti dubbi: sul trequartista (El Kaddouri) che scopre la cerniera mediana, sulla difesa in bambola totale, su un centrocampo mai padrone della situazione. Advocaat non ha scoperto la luna ma i suoi hanno eseguito puntualmente il compito, mettendoci più del Napoli la condizione fisica, l’affiatamento e la tranquillità. Tra le pochissime note positive: Mesto, pur se ha prodotto giocate intermittenti, ed Aronica.
Poco o nulla ha procurato l’ingresso in campo di Cavani ad inizio ripresa. Se fosse riuscito nell’impossibile rimonta si sarebbe parlato di miracolo. Invece questo amaro 3-0 fa sembrare la partita giocata in Olanda, molto più terrena. Tuttavia, allo stato delle cose, non è soltanto questo il problema più spinoso per Mazzarri. È dare, anzi ridare, morale e gioco a una squadra, che con otto giocatori ammoniti, sembra averli smarriti.
Fonte: Il Mattino
La Redazione
M.V.
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