A gennaio si parlava di una squadra in crisi, oggi siamo qui a fare i conti per vedere se il Napoli può arrivare terzo. È il bello del calcio, quello delle chiacchiere al bar, dei commenti tra tifosi, dei sogni cullati e infarciti di combinazioni, previsioni, ultime novità. Diciamo che la matematica lascia aperto tutto. Tredici gare alla fine e cinque punti di distanza dalla coppia che occupa il terzo posto, Udinese e Lazio, che hanno entrambe 45 punti. Aritmetica alla mano, è una rincorsa che lascia ben sperare. Basti pensare che nelle ultime quattro giornate, gli azzurri hanno recuperato sei punti ai friulani e quattro ai biancazzurri di Edy Reja. In proiezione, insomma, si può fare.
Tutto merito della striscia di 10 punti conquistati nelle ultime quattro gare: dopo l’infausto 0-0 in casa con il Cesena, la situazione era decisamente compromessa. Il Napoli, a quota 30, era settimo, con l’Udinese a 41 punti, la Lazio a 39 e via via tutte le altre. La squadra di Mazzarri ha scavalcato in classifica Inter e Roma e ora tra sè e il preliminare Champions ha solo due squadre.
Rispetto agli ultimi quattro campionati, la quota Champions League si è notevolmente abbassata. Lo scorso anno l’Inter (al terzo posto) aveva 47 punti e la Lazio, quarta, 45. Due anni fa la Roma terza ne aveva 50 e la Juventus 41. E in termini di rimonte, è riuscita solo due volte: nel campionato passato, l’Udinese scavalcò la Lazio per differenza reti e due anni fa la Sampdoria beffò la Juventus che girò quarta a 41 punti e finì la stagione al settimo posto, con 55 punti.
Il punto è che adesso la squadra di Mazzarri vola. Fisicamente sta bene, continua a vincere, ha una difesa blindata e tra le meno battute del campionato. Numeri importanti, che tracciano il rendimento del Napoli nell’ultimo mese e alzano le possibilità di saltare al terzo posto. Che, nelle ultime quattro stagioni, vale almeno 70 punti (tanti ne sono bastati l’anno scorso e due anni fa allo stesso Napoli e al Milan). Il che significa che il Napoli deve fare almeno altri 30 punti. I due scontri diretti sono entrambi fuori casa (a Udine il 18 marzo e all’Olimpico il 7 aprile) ma non è detto che questo sia proprio uno svantaggio.
A Cavani e compagni, però, servono altre vittorie, a cominciare da domenica a Parma, anche approfittando del derby capitolino. Difficile che l’Udinese, in casa con l’Atalanta, possa perdere terreno prezioso. Poi si vedrà. Fare calcoli adesso è divertente, ma quasi impossibile. Sono troppe le combinazioni e troppe le variabili in gioco. Un finale così non si poteva prevedere. E, comunque, tra terzo e quarto posto, quest’anno, c’è una bella differenza.
Infatti, dopo dodici stagioni in cui le squadre italiane piazzavano quattro squadre in Champions League, da quest’anno l’Uefa ci ha presentato il conto dei nostri errori: in Champions andranno solo in tre, e la terza dovrà passare dal preliminare. Ci si restringono gli orizzonti, come capita a chi ha visioni miopi. A furia di snobbare l’Europa League, il ranking Uefa, la classifica che valuta il rendimento dei club nelle ultime cinque edizioni delle coppe, ci ha fatto retrocedere persino alle spalle del Portogallo. Perché noi l’Europa League la prendiamo di tacco, anche perché porta due lire in cassa e costa un botto di aerei e alberghi. Però poi capita che nel ranking Uefa questo torneo conti come la Champions.
Fonte: Il Mattino
La Redazione
M.V.
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