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Azzurri con schemi e sprazzi brillanti, ma il tallone d’Achille resta la difesa

Adriano Bacconi analizza il match contro il Siena: "Bigon deve operare sul reparto arretrato. Pandev e Hamsik ok"

L’incipit del Napoli è brillante. Dossena imposta su Inler e si inserisce centralmente, mentre Hamsik si posiziona largo a sinistra. Filtrante del centrocampista svizzero su Lavezzi, sceso in campo nel ruolo di Cavani. Il Pocho, fischiato subito al primo controllo dal pubblico del San Paolo, allarga per l’accorrente Campagnaro. Il lungo linea su Maggio è ostruito, scatta l’opzione Pandev nel corridoio interno. Il macedone rientra guadagnando un po’ di campo e poi cambia gioco su Hamsik che si muove in ampiezza rispetto sulla linea difensiva del Siena (foto 1). Con lo stop a seguire il trequartista azzurro salta di netto Giorgi e con un piatto secco con l’anca in completa extrarotazione serve un assist a bacio per Dossena. Controllo e tiro di controbalzo sul primo palo dove Farelli arriva in ritardo. La percussione centrale del terzino si ripeterà pochi minuti dopo facendo pensare ad una trama di gioco non casuale ma costruita a tavolino da Mazzarri.
Un gol che però non spiana la strada ai partenopei che riescono a complicarsi la vita da soli. Infatti subito dopo una bella verticalizzazione Inler-Pandev-Lavezzi, spostato da Contini, il Siena riparte rapidamente. Il lancio profondo di Brienza sorprende sia Cannavaro, meno reattivo di Destro, sia De Sanctis, che esce lasciando sfilare la palla. Il giovane attaccante nella Under 21 e ora anche della Nazionale di Prandelli ne approfitta appoggiando in scivolata nella porta incustodita.
Inutile tornare sulla precarietà della fase difensiva del Napoli. È stato il vero tallone d’Achille della stagione. Prima di cercare attaccanti e centrocampisti, Bigon dovrà concentrare la sua attenzione su questo reparto. La Juve, campione d’Italia, con solo 20 gol al passivo, e l’Udinese, prima nella volata Champions con 11 gol subiti in meno del Napoli, dimostrano che sulla tenuta nella fase di non possesso si costruiscono le fortune di una squadra. Siamo appena al 5′ e la partita ha già detto molto. Esce Cannavaro, infortunatosi nel contrasto con Destro, entra Fernandez, non garantendo certo maggior solidità al pacchetto arretrato.
La partita è veloce, il Napoli reagisce con determinazione, vuole chiudere con la vittoria a prescindere dalla notizie in arrivo da Catania e Roma. La piramide difensiva costruita da Sannino invita il Napoli ad allargare il gioco impedendogli le penetrazioni centrali. Pandev e Hamsik si muovono molto per dilatare le maglie del 5-3-1-1 degli ospiti (foto 2), ma in area l’assenza di Cavani si fa sentire anche perchè Lavezzi sembra molto condizionato, in negativo, dagli umori dell’ambiente.
Mazzarri è chiaramente preoccupato dall’andamento tattico ed emotivo del match. L’azione più bella prodotta dagli azzurri è nell’unica circostanza in cui il Siena si fa trovare un po’ scoperto. Pandev, come nell’azione dell’1-0, cambia gioco su Hamsik a sinistra che di prima al volo cerca Lavezzi, anticipato ancora al momento di concludere. Scena che si ripete dopo qualche minuto. Hamsik ancora brillante e ispirato accelera centralmente e serve sulla corsa il Pocho spostato e sbilanciato di spalla dal ritorno di Vitiello. Il Napoli ha un solo grande merito in questa partita. Quello di non mollare mai e provarci comunque. Come fa Campagnaro al 34′ che si butta con irruenza sulla fascia, salta in tunnel Terzi e mette una palla tesa sul primo palo. L’utilizzatore finale della respinta corta di Farelli è ancora Dossena che capitalizza al meglio, per la seconda volta, il movimento ad accentrarsi.
Il secondo vantaggio degli azzurri cambia un po’ l’atteggiamento del Siena che si allunga e lascia campo al Napoli. Si vede così anche Maggio che trova ancora sul cross a rientrare lo scatenato Dossena. L’esterno sinistro avrebbe la palla sul piede giusto per cercare la tripletta personale ma rinuncia alla conclusione in corsa per servire Pandev. Una decisione sbagliata, col senno del poi, visto che l’attaccante alza sciaguratamente da distanza ravvicinata. La seconda occasione capita sui piedi di Lavezzi che non finalizza a dovere un ottimo «3 contro 3» (foto 3), beccandosi anche il rimprovero plateale di De Laurentiis.
Buono anche l’inizio di secondo tempo del Napoli che sfiora il gol con Hamsik, prima su schema da calcio piazzato, poi su conclusione deviata. Dal 10′ in poi però è soprattutto sofferenza. Il Siena passa al 4-3-3 e mette alle corde un Napoli evidentemente stanco. Che la lancetta della benzina indichi della riserva lo dimostra Gargano, di solito aggressivo e lucido, che deambula per il campo senza toccare mai la palla. Mazzarri ricorre a cambi conservativi e con un pizzico di fortuna porta a casa una vittoria alla fine utile solo per il morale in previsione della sfida finale di Coppa Italia ai neocampioni d’Italia. Poi si penserà al futuro.

Fonte: Il Mattino

La Redazione

M.V.

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