Ristabilire la legge del San Paolo, questo l’imperativo in casa Napoli. Ricominciando già con l’Empoli e poi a seguire con il Parma prima della sosta natalizia. E’ lì che la formazione di Benitez deve migliorare e non dilapidare più punti preziosi rispetto alle due battistrada, Juve e Roma: tra le mura amiche. Due pareggi ed una sconfitta in sei gare spiegano la distanza dalle prime due in classifica ed in parte autorizzano a competere per il terzo posto il Genoa, la Sampdoria, il Milan, la Lazio e la Fiorentina. Se il Napoli molla tanti punti nella gare casalinghe, le altre sono spinte a credere in qualificazione in Champions. Finora i partenopei hanno lasciato andare ben sette punti: tre con il Chievo, due con il Palermo, altrettanti con il Cagliari. Una sconfitta e due pareggi in sei gare disputate sul proprio terreno sono troppi per una squadra che nutre ambizioni forti. La Juve, invece, non ha perso un colpo. Come un rullo compressore, i bianconeri. Domate nell’ordine, Udinese, Cesena, Roma, Palermo, Parma e Torino. E soltanto i giallorossi ed i granata sono riusciti a far gol a Buffon: tre reti al passivo in sei gare. Positivo anche il cammino della Roma all’Olimpico. Il Napoli, invece, oltre a toppare tre volte ha anche incassato dieci gol in sei gare. Un’enormità per una che si ritiene una big. Tanti i problemi accusati da Higuain e soci. E tanta anche l’imponderabilità (con il Chievo sciupato un rigore e calciato trenta volte in porta). Ma uno su tutti emerge rispetto agli altri: il calo di tensione una volta passati in vantaggio. Successe con il Palermo, s’è ripetuto con il Cagliari. Non a caso, Benitez in questi giorni ha lavorato tanto sulla testa dei calciatori, descrivendo l’Empoli come squadra super-organizzata, quanto temibile nelle ripartenze.
LE ALTRE. Addirittura la Sampdoria, staccata di un solo punto, ha fatto meglio del Napoli tra le mura amiche: solo tre pareggi, per giunta in sette gare e contro tre blasonate (Roma, Milan e Napoli), neanche una sconfitta, nonchè cinque gol al passivo. Le altre contano tutte un kappaò in più nelle gare interne: il Genoa, il Milan, la Lazio e la Fiorentina. Su due di questi campi (Genova e Firenze è stato proprio il Napoli a fare da corsaro).
IL RAFFRONTO. Quanto il Napoli abbia accusato una falsa partenza risulta evidente confrontando l’avvio dello scorso campionato. Un anno fa, senza i Mondiali ma con la Champions League da sostenere, la formazione di Benitez partì di slancio: cinque vittorie ed un pareggio nelle prime sei gare casalinghe. Sconfitte nell’ordine, Bologna, Atalanta, Livorno, Torino e Catania. Solo il Sassuolo riuscì a strappare il pari. E già in quell’avvio ebbe modo di distinguersi Pepe Reina, passato poi al Bayern Monaco. Ma non è soltanto l’assenza dell’esperto portiere spagnolo ad aver determinato i passi falsi. Tutta la fase passiva ha lasciato a desiderare in avvio, alcuni elementi non hanno reso come un anno fa (su tutti Albiol) ed il resto della squadra ha allentato spesso la tensione nei momenti topici.
IL TIFO. Anche dagli spalti c’è stato meno calore del solito. L’eliminazione dalla Champions ha lasciato il segno ovunque, tranne che nello zoccolo duro del tifo. Ed oggi con l’Empoli saranno ancora loro pronti a sostenere gli azzurri: i trentamila di sempre. Nonostante la politica dei prezzi popolari, il grosso del tifo mancherà ma stavolta è colpa dell’orario e dell’imminenza del ponte dell’Immacolata non certo per disistima nei confronti dei propri beniamini, pronti a ristabilire la legge del San Paolo se vorranno blindare il terzo posto.
Fonte: Corriere dello Sport
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