Altra frenata per la squadra di Villas-Boas, prossima avversaria del Napoli negli ottavi di Champions: contro il Norwich non va oltre lo 0-0 e rischia di dover dire definitivamente addio alla Premier League e trovarsi relegata a lottare per il quarto posto.
Dopo il terribile periodo natalizio con due punti in tre partite, di cui due casalinghe, il Chelsea oggi veniva da due vittorie consecutive, seppur di misura e non convincenti, continuando però a guardare i due Manchester ancora da lontano (11 e 8 punti di distacco), ma anche il Tottenham, terzo, distante ben 6 lunghezze. Abramovich in questi giorni è come di consueto desideroso di shopping e, dopo il costoso acquisto di Gary Cahill dal Bolton per rafforzare una difesa ballerina, si è detto abbia pensato al talento del Lilla Eden Hazard e poi a Willian dello Shaktar, dopo le voci che lo davano intenzionato a prendere almeno uno dei “tenori” napoletani. In realtà i problemi veri riguardano le manovre in uscita, perché molti degli scontenti dello spogliatoio “blue” vorrebbero cambiare aria, e si tratta dei senatori e dei big, da Drogba a Lampard, da Kalou a Sturridge. Mentre il calciomercato impazza, intanto oggi la squadra scendeva in campo in casa di un avversario non facile, il Norwich che quest’anno sta viaggiando ad ottimi ritmi.
Si parte con gran velocità e agonismo, in perfetto stile inglese. Il Chelsea inizia forte ma il Norwich non sta a guardare. Mentre i Blues attaccano senza mai rendersi pericolosi, i gialloverdi di casa ripartono in contropiede e sfiorano il gol con il rapidissimo numero 9 Holt, che sembra volersi avvicinare non solo nel nome all’uomo più veloce del mondo. Fernando Torres, finora mai convincente nei 355 giorni vissuti al Chelsea, si dimena ma non riesce a trovare la porta. Il biondo centravanti ha però un guizzo al 27’, quando disorienta il proprio marcatore con una finta al limite dell’aria e di punta tenta un tiro-tunnel che il portiere del Norwich Ruddy riesce a vedere e deviare all’ultimo. Dopo il vano acuto, Torres torna ad addormentarsi e sbagliare tutti i controlli, e Villas-Boas ha di che agitarsi in panchina anche perché poco dopo si fa male Lampard, sostituito da Malouda, ex pupillo di Ancelotti e quest’anno in ombra sotto la guida del portoghese. Il Chelsea si arrabbia e prova a farsi avanti, Torres è di nuovo più concentrato e tonico e il finale vede i londinesi in totale controllo del gioco ma di vere e proprie palle-gol ne arrivano ben poche. I due unici tiri verso la porta vengono dai piedi di Mata, il migliore dei suoi.
Nella ripresa cambia poco il copione: il Chelsea ha in mano il pallino e il Norwich si chiude bene aspettando il contropiede. I Blues costruiscono molto ma arrivati in area sbattono contro il muro avversario e soprattutto pagano l’imprecisione di Torres e l’invisibilità di Sturridge. Al 59’ Fernando fa di nuovo disperare Villas-Boas, sbagliando con un altro tocco di punta un vero e proprio rigore in movimento messo su un piatto d’argento da Malouda. Un minuto dopo è ancora Mata a fare sul serio, ma Ruddy gli nega di nuovo la gioia della rete. Quello del Chelsea diventa pian piano un assedio. Torres e Meireles vengono sostituiti per dar spazio a Lukaku ed Essien, e la mossa del giovane tecnico sembra portare frutti: all’80’ il belga Lukaku se ne va sulla destra con una discesa travolgente ma improduttiva, e poco dopo dalla stessa fascia Malouda regala un altro assist che l’ottimo Mata sfrutta bene, trovando però ancora Ruddy sulla sua strada. Gli ultimi dieci minuti sono ancora monologo Chelsea, ma i tiri di Ashley Cole e Malouda non superano le barriere nemiche e a Norwich il Chelsea deve accontentarsi di un solo punto, rischiando di veder presto aumentare il divario dalle prime tre, che devono ancora scendere in campo.
André Villas-Boas sembrava destinato a ripercorrere per filo e per segno le orme del suo maestro e connazionale José Mourinho, ma sulle sponde del Tamigi non è riuscito ancora ad esplodere completamente come enfant prodige degli allenatori, e a convincere l’ambiente e la critica d’oltremanica. Bisogna dire che il suo Chelsea oggi non ha sfigurato: si è visto prima di tutto grande impegno e corsa, dopo i dubbi sulla coesione dello spogliatoio e sulla fiducia nel tecnico, e si sono viste anche tecnica e personalità in fase di impostazione. I punti deboli sono l’attacco che non riesce a finalizzare la mole di gioco prodotta, e le difficoltà difensive a contenere avversari veloci e aggressivi, lacune colmate tutte da un impeccabile Cech, sempre perfetto fra i pali e in uscita. Ma il Chelsea non è affatto invulnerabile, e al di là delle sempre faraoniche prospettive di Abramovich si avvia verso la sfida di Champions con un pronostico molto incerto.
Lorenzo Licciardi
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