La giornata di oggi sembra suggerire due aspetti: il ritorno di Robben è fondamentale per restituire forza, tecnica e classe al Bayern; ma, soprattutto, Ribery, oggi ampiamente il migliore in campo, è l’unico dei suoi a non risultare mai sottotono e mai scoraggiato, capace di trascinare la squadra anche nei momenti difficili, sempre elegante e straripante nel dribbling ed anche concreto sotto porta. Insostituibile.
Il sabato di Bundesliga proponeva ben due big-match: il derby della Renania Settentrionale fra i due Borussia, per un inedito confronto in cima alla classifica, e la sfida fra due grandi del calcio tedesco, il Bayern e il Werder, rispettivamente terzo e quarto. Borussia Dortmund e Borussia Mönchengladbach avevano raggiunto e superato i bavaresi negli ultimi due turni, a riprova che il girone A della Champions non pesa solo sul campionato del Napoli. Il Bayern di Monaco veniva infatti da due sconfitte consecutive, una proprio contro il Dortmund, e ben tre nelle ultime cinque gare. Dall’altro lato il Werder era in risalita, con tre vittorie nelle ultime quattro partite e in mezzo solo un sonoro 5-0 incassato dall’altro Borussia, il ‘Gladbach. Primato dunque più che meritato per le due squadre vicine di casa e con lo stesso prenome.
All’Allianz Arena il Bayern si presenta con la formazione quasi-tipo, con Schweinsteiger ancora in infermeria e Robben in panchina. Nella formazione del Werder spicca in attacco Pizarro, grande ex (sei anni e settantuno reti con il München) e accanto a lui la vecchia conoscenza del calcio italiano Arnautovic, assistiti dal talentuoso Marin sulla “tre quarti”. Anche in difesa la squadra di Brema schiera un ex della Serie A, il terzino destro greco Sokratis Papastathopoulos.
Il primo tempo comincia con le due squadre piuttosto guardinghe e molto fallose: fino al 20’ il match è spezzettato di continuo dal fischio dell’arbitro, mettendo in mostra più giocatori a terra doloranti che azioni pericolose. Ma al 22’ un contropiede del Bayern punisce i bianco-verdi di Brema: Alaba, sempre più convincente, innesca Ribery, e Scarface gela Mielitz da fuori area con un tiro angolato. Il Bayern cresce e si avvicina più volte alla porta del Werder, ma Gomez oggi sembra meno “cecchino” del solito e sbaglia un paio di occasioni propizie. I rossi di Heynckes allora scelgono di tenere la partita sotto controllo, e la prima frazione prosegue così fino al 45′ su ritmi altalenanti, rallentati dalla tattica e dai reiterati scontri fisici. Per avere una misura del gioco espresso, il primo tempo termina con quattro tiri in porta del Bayern e zero del Werder, ma ben ventidue falli.
Nella ripresa si ricomincia da dove ci si era interrotti, con i massaggiatori e i medici più coinvolti dei giocatori in campo. L’unico che regala spettacolo è Frank Ribery con le sue velocissime serpentine, ma anch’esse terminano sbattendo contro i rudi interventi degli avversari. Al 52’ però la doccia fredda: Rosenberg, subentrato ad Arnautovic, sguscia in velocità, semina il panico con un paio di finte e fulmina Neuer con un rasoterra da poco prima del limite. E il Werder pareggia. Così come successo al Bayern nel primo tempo, dopo il gol il Brema cresce e insiste: il München arretra e arranca, ma riesce a contenere la sfuriata dei giocatori ospiti. Al ’60, fra gli applausi, ritorna in campo Ariel Robben, e il baricentro del match si sposta: al ’68 Müller si procura un preziosissimo calcio di rigore e sul dischetto va proprio Robben, numero 10 sulla maglia e nei fatti. L’olandese trasforma con freddezza, tornando sul campo e al gol nello stesso giorno. Il copione della partita di oggi è: chi segna continua a spingere. E il Bayern non vuole disattendere la regia del match: al 75’ viene annullato un gol a Gomez per un fuorigioco molto dubbio, ma al 77’ lo stesso Gomez, in contropiede, serve Ribery, che non può sbagliare a porta sguarnita. È tre a uno. Al Werder saltano i nervi: prima Hunt si fa espellere con “rosso” diretto per un fallaccio, poi Ribery procura un altro rigore ai suoi, dribblando Sokratis e costringendolo al fallo. Segna ancora Robben, ed è 4-1. Pizarro prova a reagire ma è ancora Ribery ad essere pericolosissimo. Il secondo tempo finisce regalando spettacolo e una sonante vittoria per i padroni di casa, che ottengono il doveroso riscatto dopo le battute d’arresto delle ultime deludenti uscite, si riappropriano del primo posto in Bundesliga grazie al contemporaneo pareggio nel “big-derby” fra i due Borussia, e sanno di avere un Ribery, e ora anche un Robben, in più rispetto agli altri.
A cura di Lorenzo Licciardi
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