Testa-coda nella 12ª di Bundesliga: il Bayern fa visita ad Augsburg (“Augusta” in italiano), distante meno di 80 chilometri da casa, e non smentisce il pronostico – i capoclassifica battono la neopromossa e allungano sui due Borussia e sul Werder, confermando il periodo di dominio in campionato e in Champions, interrotto solo dallo sventurato passo falso a Hannover.
Heynckes, privo di Boateng e soprattutto di Schweinsteiger, propone Alaba centrale di centrocampo, ormai jolly capace di giocare ovunque. A distribuire palloni ci pensa Ribery, oggi scatenato, inarrestabile sulla fascia sinistra. Davanti, è il solito Gomez ad incutere timore, costante spina nel fianco nella difesa avversaria. Senza strafare e alzando il ritmo a sprazzi, il Bayern chiude già 2-0 il primo tempo. Il primo gol arriva da calcio piazzato ed è come sempre Mario Gomez a colpire di testa con un tap-in rapace al 16’. Dopo il gol, trascinato da Ribery, il Monaco cresce e detta legge. L’Augusta non a caso è il fanalino di coda, con già qualche goleada a suo carico: la squadra di casa appare modesta e in campo non offre un proprio gioco, illudendosi di potersi limitare a frenare i più potenti cugini bavaresi, che senza stancarsi inseguono il raddoppio. “Scarface” Ribery è in forma strepitosa e al 27’ smette di servire assist e ci pensa da solo: si libera con una finta del suo marcatore, porta la palla sul sinistro e trafigge Amsif in diagonale sul palo lontano. Di qui in poi il Bayern fa quello che vuole, con triangolazioni veloci e improvvise accelerazioni che portano Müller e compagni spesso davanti alla porta avversaria, ma non riesce a segnare la rete del KO. Il secondo tempo sembra dover essere solo passerella per la capolista all’Impuls Arena e solo costanti pericoli per la traballante porta dell’Augsburg. Invece l’incapacità del Bayern di infliggere il colpo di grazia viene punita: l’Augusta si risveglia di colpo al quarto d’ora della ripresa, si riversa in avanti, fallisce occasioni (Werner su tutti) e infine accorcia le distanze con un diagonale sottomisura di Hosogai, al 59’. La squadra di casa insiste e prende fiducia, impensierisce più volte i blasonati ospiti e ancora Werner mette i brividi a Neuer con un violento destro da fuori, appena alto. Il Bayern perde improvvisamente le redini, si innervosisce (ammonito Ribery), accusa il colpo. Solo con l’esperienza il München riesce a rallentare il ritmo degli avversari, mitigarne l’impeto e lentamente riconquistare il pallino del gioco, e solo grazie ad un miracoloso Neuer, che all’82’ para il “rigore in movimento” di un Kapllani solissimo, salva lo striminzito vantaggio. L’assedio finale dell’Augusta non porta frutti se non un rosso a Tymoshchuk, il fischio finale dell’arbitro porta altri tre punti a Gomez e compagni.
Il Bayern ha confermato la propria costanza di risultati. Sotto questo aspetto, fin qui, quella della squadra di Monaco è una stagione quasi perfetta. In agosto il campionato era cominciato con la sconfitta in casa contro la sorpresa di quest’anno della Bundesliga (ogni anno, curiosamente, ce n’è una), il Moenchengladbach, ma da metà agosto in poi il Bayern ha dato la scossa: vittorie in serie e raffiche di gol (fra cui un 7-0 al Friburgo) e la famosa sfilza di partite senza subirne. Fra settembre e ottobre Heynckes ha costruito il dominio in campionato, perdendo solo la disgraziata trasferta a Hannover, “vendicata” nel weekend immediatamente successivo con un sonoro 4-0 inflitto al Norimberga. In dodici giornate, trentadue reti segnate e solo quattro subite, con quelle di oggi, danno la misura della forza della squadra prima in Bundesliga.
Eppure, qualche neo rimane, e nemmeno troppo piccolo. Un po’ per fragilità costituzionale, un po’ per episodi che capitano, spesso il Bayern si ritrova con giocatori-chiave infortunati. In difesa, il vero punto debole resta Badstuber, che anche contro l’inoffensivo Augusta ha mostrato diverse incertezze. Ma soprattutto, come visto ad esempio nella sfida contro il Napoli, se non temuto ed attaccato il Bayern va decisamente in crisi. Nei secondi tempi è capitato più volte ultimamente, anche contro rivali non irresistibili. A questo punto, la sfida europea per il primo posto nel girone contro il lanciatissimo City è aperta ad ogni risultato.
A cura di Lorenzo Licciardi
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