Rafael Benitez spagnolo: benvenuto! È vero, questa città è speciale come tu dici. Ma anche il suo allenatore deve essere speciale. La storia ci insegna che Napoli non è fatta per le mezze cartucce. Quelli che lo comprendono sono chiamati a vivere grandi esperienze ed a raggiungere traguardi eccezionali.
Omero amò Napoli e ne descrisse i luoghi nel suo poema. Virgilio si appassionò di Napoli al punto da chiedere per testamento che il suo corpo giacesse qui per sempre. Anche Pesaola si innamorò di Napoli e non l’ha lasciata più. Ora arriva uno spagnolo a guidare i suoi campioni per dare vittoria ai suoi colori.
Mai come in questo momento Napoli ha bisogno di uomini sinceri, onesti, forti. Tanti anni fa un altro spagnolo fu suo re. Amato come nessun altro. Grande come nessun altro. Rimpianto come nessun altro. Il suo nome era Carlo: sì, Carlo III. In pochi anni fece opere così grandi e tanto importanti che giovanissimo ce lo rubarono lo portarono a Madrid per costruire come in realtà fece opere grandi anche in quest’altra città. Fu proprio subito dopo di lui che si abbatterono su Napoli tremende tempeste.
Vincere a Napoli vuol dire dare gioia e speranza a tutti i meridionali del mondo, a tutti gli uomini che subiscono ingiustizie, a tutti coloro che amano i colori del cielo e del mare e che vivono desiderando i valori più belli della storia umana. Napoli, continuamente colpita dall’invidia, dalla gelosia e becere calunnie, ha bisogno di pace, di giustizia sociale e di vittoria!
Fonte: Il Mattino
La Redazione
M.V.
