L’avvocato Eduardo Chiacchio ha rilasciato un’intervista al Corriere dello Sport, in merito al caso Juve-Napoli:
“Nei giorni scorsi ero ottimista ma, come tanti altri, esprimevo un giudizio senza aver cognizione diretta degli atti. Tante cose non potevo saperle. In sintesi, da esterno, ignoravo alcune delle circostanze che si sono poi rivelate decisive nell’esito del ricorso”.
Nello specifico, quali?
“Non sapevo, ad esempio, dell’annullamento della prenotazione dei tamponi. Un elemento che ignoravo completamente. Le motivazioni della Corte Federale sono state chiare ed esaustive e, cosa più importante, sono suffragate da atti che naturalmente non ho letto e che dunque non ho potuto esaminare a differenza dei diretti interessati e delle parti in causa. Un termine, nel comunicato, mi ha colpito in modo particolare”.
Quale?
“La corte definisce ponderoso il materiale a sua disposizione, gli atti del procedimento, quelli esaminati per il ricorso del Napoli. In pratica si tratta, evidentemente, di un materiale molto voluminoso. Solo leggendo gli atti nello specifico si può esprimere un giudizio sulla vicenda”.
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