Sul tavolo del procuratore federale Palazzi saranno recapitati dalla Lega Calcio, come ogni lunedì, i filmati di tutte le partite dei campionati di serie A e B. Nella full immersion dovrà visionare i casi più spinosi e di certo quello tra Rosi e Lavezzi lo è. Per un motivo inevitabile: le immagini non chiariscono l’episodio dello scambio di sputi tra i due calciatori.
Ma in casi del genere, cosa fa il procuratore, decide ugualmente per il deferimento e spedisce le immagini al giudice sportivo, oppure soprassiede per carenza di prove? “In genere il procuratore federale preferisce evitare scivoloni e brutte figure: se dalle immagini in suo possesso non si evince la chiara colpevolezza del calciatore, preferisce evitare per non essere smentito da un giudizio successivo”, la circostanza viene spiegata da un esperto di giustizia sportiva, l’avvocato Edoardo Chiacchio.
Il legale napoletano, poi, spiega anche perché il Napoli avrebbe ottime chance di vincere il ricorso, qualora ci fosse la condanna del Pocho in primo grado. “Sia la società – dice Chiacchio – che il calciatore, in tal caso, potrebbero proporre il giudizio in appello, davanti alla Prima sezione della Corte di giustizia federale. E poiché anche in quella sede ci sarà la conferma che la prova non è certa, Lavezzi non potrebbe essere squalificato per più turni su di uno sputo che non si vede bene: questa è la procedura”.
L’avvocato Chiacchio fornisce anche un altro elemento sul perché il Napoli può sentirsi moderatamente ottimista: “Alla stessa Prima sezione della Corte andai a discutere la squalifica dell’attaccante Rolando Bianchi del Torino, al quale venne attribuita una bestemmia con la prova tv. Bianchi fu squalificato e il Torino fece ricorso in Appello. Morale della favola: la squalifica gli fu tolta, proprio perché dal labiale non si riusciva a capire se la sua espressione fosse stata realmente blasfema. Un precedente che potrebbe giocare a favore del club azzurro”.
La Redazione
C.T.
Fonte: Il Roma
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