Dal Real Carinaro alla Salernitana il passo è stato breve, con la possibilità di giocare il primo campionato professionistico con la maglia della squadra della sua città grazie alla scelta di un allenatore che lo ha valorizzato a Salerno e portato ad Aversa prima di un clamoroso addio. Per gli amici è “Il piccolo Ibrahimovic”, all’anagrafe è Antonio Martiniello, uno dei calciatori più interessanti sfornati dal vivaio granata nel triennio targato Lotito-Mezzaroma. Ai microfoni di TuttoSalernitana.com il giocatore ha rilasciato un’ intervista svelando sogni nel cassetto ed aspettative per il futuro.
Come nasce l’idea di trasferirti all’Aversa Normanna?
“E’ la squadra della mia città e quindi, quando c’è stata la possibilità di venire qui per fare esperienza, ho accettato con entusiasmo. Arrivo ad Aversa con la formula del prestito e spero di fare un grandissimo campionato e di meritare la Prima Divisione, categoria che si preannuncia molto difficile”.
Chianese non allenerà la prima squadra. Dispiaciuto?
“Posso soltanto dire che mi dispiace moltissimo, l’anno scorso ho lavorato con lui e mi sono trovato bene. Ci sono rimasto male, non posso negarlo, ma il calcio è questo e bisogna accettare quanto accaduto guardando avanti con rinnovato entusiasmo”.
Raccontaci un pò come nasce l’avventura con la Salernitana…
“Dirò sempre grazie alla Salernitana, mi ha fatto crescere come calciatore, ma anche come uomo. Per due anni mi hanno dato la possibilità di studiare, hanno investito e puntato su di me con grande convinzione e questa cosa mi dà tantissima carica. Mi hanno pescato dal Real Carinaro, durante un torneo a San Giorgio a Cremano nel quali vinsi la classifica cannonieri. Il calcio era da sempre la mia più grande passione e la società granata mi ha permesso di coronare un sogno”.
Con Mezzaroma, poi, c’è un rapporto di grande stima ed affetto…
“Se sto coronando il mio sogno lo devo alla mia famiglia, che ha fatto sempre grandissimi sacrifici, ed alla Salernitana. Non è un mistero che il presidente Mezzaroma mi abbia sempre trasmesso affetto, è una persona a cui devo dire soltanto grazie per tutto quello che ha fatto. E’un punto di riferimento, i suoi consigli sono sempre preziosi”.
Settore giovanile granata: quali i momenti più belli e quelli più brutti?
“Il momento più bello è rappresentato dalla bella vittoria ottenuta in casa ai danni del Lecce, eravamo convinti di essere in procinto di passare il turno e sarebbe stata una soddisfazione enorme, coronamento di un anno di sacrifici. Il giorno più brutto è senza dubbio quello dell’infortunio al quadricipite: indossavo la maglia degli Allievi e rimasi fermo per ben 9 partite”.
Veniamo alla Salernitana: che ne pensi del pubblico di fede granata?
“Senza nulla togliere ai sostenitori dell’Aversa Normanna, quella di Salerno è una tifoseria spettacolare, capace di darti tantissima forza e di regalarti emozioni che permettono ad un calciatore di disputare una grande partita. Direi che è una componente che può incidere molto sull’esito di una partita e di un campionato”.
In conclusione: quale calciatore rappresenta il tuo idolo?
“A Salerno qualcuno mi chiama il piccolo Ibrahimovic…”.
La nostra redazione vi aveva già anticipato le qualità di questo piccolo talento, clicca qui per leggere l’approfondimento.
