A quasi quattro anni dalla mancata iscrizione al campionato del vecchio Us Avellino 1912, per i tifosi biancoverdi quella di ieri mattina doveva essere l’occasione per ritrovarsi tutti uniti sotto un’unica bandiera, lo stesso logo, la stessa denominazione. Così, invece, non è stato. All’asta fallimentare, che si è tenuta al terzo piano del tribunale di Avellino, vecchi e nuovi ultrà e attuali dirigenti si sono ritrovati più divisi che mai. In un corridoio affollato da un centinaio di persone, con tante sciarpe al collo, la tensione si è tagliata a fette.
Quattro le offerte pervenute in busta chiusa per aggiudicarsi i simboli ed il nome di una storia gloriosa interrotta a 97 anni. All’apertura delle buste, in prima battuta, l’offerta più vantaggiosa è risultata quella di Mario Dell’Anno, storico leader della Curva Sud ai tempi della serie A, che si è fermato a 54mila euro. Nettamente inferiore, 34mila euro, la prima offerta di Walter Taccone, attuale presidente dell’As Avellino che guida il girone B di Lega Pro, ma che ha superato di mille euro l’indicazione di Rocco Guerriero, rappresentante del gruppo «Rinascita», e di quasi quattromila euro quella di Ciro Picone, «Uesse tutta la Vita». Ma queste sono state solo le prime avvisaglie tra quattro contendenti che, in sede di aggiudicazione, si sono dati battaglia a colpi di rilanci minimi da duemilacinquecento euro. Alla fine i nostalgici di Ciro Picone, che non avrebbero potuto utilizzare comunque il logo per iscrivere la squadra in nessuna categoria della Figc fino a quando resta in vita l’As Avellino, si sono fermati ad 80mila euro.
È stato allora che tra Walter Taccone e Mario Dell’Anno si è verificato un clamoroso imprevisto. Contrariamente a quanto annunciato nei giorni scorsi da entrambi, infatti, ad «aggiudicarsi la gara per poi cedere i simboli ai tifosi» non è stato il presidente che ha fatto rinascere il calcio in Irpinia. Tra lo stupore generale, Dell’Anno ha rilanciato di cinquemila euro l’offerta formulata da Taccone che si era attestato a 125mila. A quel punto il massimo dirigente ha preferito desistere ma, di certo, non ha digerito l’imprevisto. «Il logo – ha detto un raggiante Dell’Anno all’uscita – è dei tifosi. Adesso costituiremo una Onlus e lo cederemo in comodato gratuito alla società presieduta da Taccone». Parole che, almeno fino a ieri sera, malgrado l’intercessione in corso da parte degli attuali ultrà, non sembrano aver scalfito il cuore del presidente: «I patti – ha detto Taccone – erano diversi. A questo punto il logo non mi interessa. In serie B ci andiamo con quello attuale».
Fin qui la mattinata movimentata della tifoseria biancoverde che si è ritrovata più divisa che mai mentre, a San Michele di Serino, una molotov e una scritta «Solo Nocera» sono comparsi nei pressi del campo di allenamento della squadra di Rastelli. Ma questa è tutta un’altra storia.
Fonte: Il Mattino
La Redazione
P.S.
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