La prima volta potrebbe diventare una di quelle che non si scordano davvero più. Avellino e Siena, mai contro in B, proveranno ad affrontarsi con lo spirito di chi vuole tutto per se il goloso piatto in palio al Partenio-Lombardi questa sera alle ore 21. Gli unici due precedenti in C1: 1-1 il 13 marzo 1994 e 2-1 irpino il 22 gennaio 1995. Stavolta il pari non vale. Almeno per Rastelli che dopo lo scivolone del San Nicola contro il Bari deve ritrovare la formazione micidiale e concreta che aveva certificato i disagi dell’Empoli andando a vincere al Castellani, riaprendo di fatto anche la lotta per la promozione diretta.
RASTELLI FREME – «Non abbiamo dimenticato la gara dell’andata – ha chiarito Massimo Rastelli alla vigilia –Andremo in campo anche per riscattare quella sconfitta, l’Avellino incassò un risultato pesante e ingiusto. Dobbiamo fare la nostra partita, mettendo in campo quanto preparato in settimana e senza mai perdere di vista un avversario che ha numeri straordinari e calciatori con anni di A alle spalle, non solo Rosina». Insomma idee chiare da parte del tecnico irpino che a Bari ha visto bloccarsi l’attacco della sua squadra dopo ben 12 gare di fila, incassando un ko che ha, comunque, lasciato Rastelli con il miglior rendimento nella storia dell’Avellino in B dopo 29 giornate, neanche Carosi nell’anno dell’unica promozione in A aveva fatto meglio a questo punto.
SIENA DA A – Ma guai a sottovalutare il Siena, una delle compagini di B che pareggia di più (13 volte, 9 in trasferta) e vanta il miglior attacco del torneo: 44 gol contro i 43 di Palermo e Crotone. Senza la penalizzazione Beretta, con 48 punti, sarebbe 2º davanti a Lanciano ed Empoli. Su questi dati prova a fare la gara il tecnico dei toscani in Irpinia. «Gara stimolante – ha spiegato Mario Beretta balzato in zona play off dopo la vittoria sul Cesena -, l’Avellino vive sull’entusiasmo di una stagione sorprendente, noi siamo in un buon momento, ma sappiamo che sarà dura. Dobbiamo continuare a restare con i piedi per terra. Il nostro punto di vista non deve cambiare».
Fonte: Corriere dello Sport
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