PESCARA – E’ in corso, presso l’istituto di medicina legale di Pescara, l’autopsia sul corpo di Piermario Morosini. Si prevede una durata dalle quattro alle cinque ore. L’incarico è stato conferito dal pm Valentina D’Agostino a Cristian D’Ovidio, professore di medicina legale all’Università di Chieti. Insieme a lui è stato nominato un consulente tossicologo, la dottoressa Simona Martello, “perché siamo nello sport”, ha spiegato il procuratore aggiunto Cristina Todeschini.
E’ un’autopsia ad “ampio raggio”, quella sul corpo di Piermario Morosini, per sapere “più cose possibili”, ha spiegato il procuratore aggiunto di Pescara, Cristina Todeschini. “Per ora sul fascicolo c’é scritto ‘ignoti’, per cautelarci il più possibile – ha proseguito il magistrato – e l’ipotesi generica è quella di omicidio colposo. Tutto questo qualora dall’autopsia emergano ipotesi di rilevanza penale”.
Il medico legale avrà 60 giorni di tempo per comunicare alla Procura i risultati ufficiali dell’autopsia, mentre la famiglia, rappresentata dal cugino Piergiulio Morosini, ha nominato un perito di parte, la dottoressa Cristina Basso di Padova, in rappresentanza della sorella di Piermario che è disabile. Come ha chiarito la Todeschini nel procedimento entrano solo i familiari, per ora ne restano fuori le società sportive del Livorno e dell’Udinese. Il dg Giovanni Gardini del Livorno ha comunque precisato di essere venuto in tribunale solo per tutelare la famiglia di Morosini e che il Livorno non ha chiesto nulla ai magistrati. “E’ un evento triste – ha poi concluso la Todeschini – cerchiamo di capire se questo ragazzo ha avuto qualcosa che proprio l’attività sportiva ha messo in risalto, perché magari in una persona normale che non fa attività ad alto livello certe problematiche possono non emergere”. La Todeschini evidentemente si riferisce anche alle eventuali familiarità del centrocampista del Livorno che ha perso il padre proprio per problemi cardiaci.
“Abbiamo nominato anche un tossicologo perché siamo nello sport”. Così il procuratore aggiunto Cristina Todeschini ha chiarito perché il tribunale di Pescara ha voluto affiancare un consulente tossicologo, la dottoressa Simona Martello, al medico legale Cristian D’Ovidio che esegue l’autopsia di Morosini.
In attesa dei risultati dell’autopsia sulla salma di Piermario Morosini, e mentre non si placano ancora le polemiche sulla presenza dell’autovettura dei vigili urbani del corpo di Pescara che avrebbe per qualche minuto impedito all’ambulanza di entrare in campo, è proprio il procuratore aggiunto di Pescara Cristina Todeschini a spiegare che “dalle notizie che abbiamo fin qui la rilevanza del fatto sembra inesistente”.
Il magistrato chiarisce quindi che alla luce delle indagini, e anche questo evento entra nell’unico fascicolo aperto fin qui dalla magistratura, non ha nessuna rilevanza penale, fino a quando non emergeranno le considerazioni dell’autopsia. “Il fatto e i tempi interposti al momento non dicono nulla di più di quello che già sappiamo sia accaduto al povero Morosini, fermo restando che qualora indagine interna dei vigili urbani ci venisse consegnata con una serie di considerazioni, allora, anche noi la esamineremmo”.
“La principale indagine è capire cosa sia successo al corpo del povero giocatore – ha detto il magistrato – solo dopo aver accertato i fatti potremo valutare ed eventualmente formalizzare gli eventuali reati. Proprio per questo motivo abbiamo chiesto ai medici di andare anche oltre il protocollo degli esami autoptici e di farci sapere più cose possibili”, ha concluso il procuratore dopo aver formalizzato assieme al pm D’Agostino tutte le richieste al medico legale Cristian D’Odivio e alla tossicologa Simona Martello.
VIGILE SI AUTOSOSPENDE,PROCESSO INTERNO 7/5 –
Nella relazione scritta consegnata al sindaco di Pescara, Luigi Albore Mascia, c’é “una piena ammissione di responsabilità” da parte del vigile urbano che sabato ha parcheggiato l’auto di servizio allo stadio impedendo, per qualche minuto, l’ingresso in campo all’ambulanza che poi ha trasportato in ospedale Morosini. Lo ha detto il sindaco nel corso di una conferenza stampa cominciata da poco a Pescara. Il sindaco ha invitato a non collegare tale azione, che già sabato aveva definito ‘esecrabile’, con quanto accaduto. Il sindaco, che da due giorni mantiene la stessa linea, ha parlato di “un atto di superficialità imperdonabile, grave e incensurabile. Se i soccorsi sono stati tempestivi, come io ritengo siano stati – ha detto -, nonostante la vicenda dell’ambulanza sia riprovevole, é sbagliato mettere in stretto contatto le responsabilità del vigile urbano con la morte dello sfortunato giocatore”. “Si tratta infatti – ha aggiunto il primo cittadino – di una persona giovane, con due figli piccoli, che indossa la divisa con dignità. Se la gente non ha percepito immediatamente quello che stava succedendo è perché stava lavorando all’interno del Gos (Gestione osservatorio sicurezza) per le attività relative alla partita. L’area in cui la macchina era parcheggiata era occupata da molte altre auto di servizio. Tutta l’organizzazione del piazzale ha risentito della presenza di queste automobili. In ogni caso le responsabilità sono evidenti ed è giusto che chi sbaglia paghi”.
Intanto il vigile urbano si è autosospeso: lo ha fatto sapere in conferenza stampa il sindaco di Pescara, annunciando che sono previsti un contraddittorio, con processo interno, il 7 maggio prossimo, e una sanzione disciplinare (in base all’articolo 18 del regolamento di Polizia Municipale). Il 7 maggio si riunirà appositamente la Commissione disciplinare del Comune. Per il vigile si profila una sospensione dal lavoro da un minimo di 11 giorni a un massimo di 6 mesi. “L’organo del collegio disciplinare del comune ha attivato un procedimento disciplinare amministrativo per la violazione dell’articolo che definisce le modalità di comportamento dei dipendenti. Questo porterà ad un contraddittorio e ad una decisone che deve essere assunta il 7 maggio prossimo dal collegio. La sanzione può andare da una sospensione minima di 11 giorni fino ad un massimo di sei mesi. E’ chiaro che se ci dovessero essere profili diversi si creerebbero nessi diversi anche fino all’ipotesi del licenziamento”. Rispondendo ai cronisti che lo interpellavano circa il fatto che parcheggiare in quelle aree possa essere una prassi, il sindaco ha risposto di “non sapere se questa è un’abitudine. Il comune ha competenza per la viabilità attorno allo stadio, ma l’impianto viene consegnato alla società sportiva e al Gos. La domanda – ha concluso – rivolgetela ai dirigenti del Pescara calcio e alla sicurezza interna”.
Fonte: Ansa
La Redazione
C.T.
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