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Auteri scuote la Nocerina: «Vincere per crederci»

Il tecnico in attacco concede spazio a Merino Castaldo e Farias

Ore 19: appuntamento con l’ultimo treno salvezza. Nocerina obbligata a vincere contro l’Empoli, non c’è altro da fare al cospetto di una classifica che non aspetta, di un avversario che verrà a proteggersi, di un pubblico disposto alla prova d’appello. Una prova che, molto probabilmente, verrà servita secondo un ritorno al «vecchio». Salvo ripensamenti, la Nocerina scenderà di nuovo in campo con l’edizione del 3-4-3, vecchia fiamma del tecnico pronta a rientrare in gioco dal momento delle defezioni. Rea è in forte dubbio – ieri nella rifinitura superblindata ha svolto solo un po’ di corsa – stamane effettuerà un provino ma l’idea dominante è che possa sedersi in panchina per una Nocerina che presenterà i tre in difesa, ovvero Pomante, De Franco e Di Maio, Barusso a centrocampo (l’acciaccato Mingazzini dovrebbe essere in panca) in tandem con Bruno, con Laverone e Giuliatto (in vantaggio su Bolzan) sugli esterni. Non convocato Negro, in attacco pertanto ci dovrebbero essere Merino, Castaldo e Farias. Auteri pensa poco alle defezioni, rilancia pertanto i suoi uomini d’attacco: «Merino è in condizione – afferma – voglio solo che sia più concreto sotto porta. Castaldo e Farias sono invece reduci da un periodo di appannamento, ho parlato con entrambi. Castaldo? Magari segna e torna a essere un leone».
L’obbligo dei tre punti. Un esercizio mentale che non sarà un’ossessione, ma che rimane il chiodo fisso del gruppo. Ancora Auteri: «Non abbiamo altra scelta, vogliamo i tre punti. Che intanto potrebbero aprire scenari importanti. Dobbiamo pertanto essere bravi a gestire questa necessità impellente. Ci sono ancora 27 punti in palio, lotteremo per creare i presupposti per un epilogo diverso».
Ultima battuta sulla partita d’andata, quella del massiccio turnover, e delle polemiche sull’ipotetica spaccatura: «Ricordo solo di un primo tempo pessimo e di un secondo molto buono – conclude – poi in seguito si sbizzarrirono a scrivere ”poesie”, lettere anonime. L’unica cosa che voglio dire è che in quella partita diedi opportunità a giocatori che avevano giocato di meno, quando li richiamai in panchina (tre cambi nell’intervallo, ndr) evidentemente si sentirono bocciati. Ma non andò così. Diedi loro un’opportunità, col senno di poi non lo rifarei».

Fonte: Il Mattino

La Redazione

M.V.

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