Raffaele Auriemma analizza il mercato del Napoli sul Corriere del Mezzogiorno: La statura del Napoli, internazionale e vincente, va oltre il lamento di chi vede nel mancato arrivo del difensore di scorta il nefasto presagio per una stagione da minestra senza l’ultimo acino, o granello che dir si voglia, di sale. E’ la solfa lagnosa e disfattista di chi trova sempre una ragione per essere infelice. Preistoria dei comportamenti, alla luce di una nuova teoria, finemente classista, dell’eccellenza che non contempla l’arrivo di elementi tecnicamente meno dotati. Tutt’al più ci teniamo i pochi già esistenti in rosa, ormai prossimi al salto di qualità grazie alla presenza di chi grande lo era diventato altrove.
E’ questa la filosofia di Rafa Benitez tendente allo sviluppo di un Napoli delle «prime scelte» e dei calciatori fortemente voluti, proprio perché trattasi dei migliori nel proprio ruolo. Il Liverpool non cede Skrtel e la sorella di Rami blocca il suo passaggio in maglia azzurra? Poco male, andiamo avanti con quelli che abbiamo. E che De Laurentiis risparmi i 15 milioni già scritti sull’assegno da destinare a Cellino per il cartellino di Astori. Ottimo difensore, ancorchè spropositato nel valore di quel mercato che, invece, aveva permesso a Bigon di prendere il campione del mondo, fresco 28enne, Raul Albiol al prezzo di soli 12 milioni. Ma nelle idee tattiche di don Rafè è una seconda scelta, uno da ritenere inferiore anche a Fernandez che gioca nella nazionale argentina e ha pure esperienza internazionale da vendere.
Anzi, meglio tenerselo stretto il «pajaro», in questo calcio per soli bomber e scopertosi improvvisamente deficitario di quelli che il gol lo devono evitare. Riflettendo su ciò che è stato, una sola leggerezza sarebbe imputabile al Napoli: aver lasciato andare Hugo Campagnaro. A cuor leggero e senza incassare nemmeno un euro dall’addio di un vero atleta che sta facendo le fortune dell’Inter che, grazie a lui, ha smesso di essere groviera del campionato. Col senno di poi la vita di tutti sarebbe molto più semplice, ma bisognerebbe sempre conoscere come si sono svolti i fatti per esprimere giudizi sprovvisti di errore. L’importante è riconoscerli ed evitare di commetterne di simili. Il caso Zuniga docet: meglio soddisfare il calciatore che vale, con ciò che chiede, piuttosto che perderlo per poi cercarne un altro in giro con caratteristiche simili. Si spende molto di più e non si ha la certezza del rendimento. La vita va avanti insieme al calcio, che cresce di misura e di valore nel Napoli che ha riconquistato posizioni di merito nella considerazione di chi frequenta il calcio. Non c’è oggi calciatore o tecnico al mondo che guarderebbe ad un’offerta di De Laurentiis come a qualcosa da non prendere in considerazione, se non addirittura offensiva. Gli anni di crescita targati Mazzarri hanno portato club e squadra ad un’altezza tale da permettere ai big di guardare senza dover abbassare sia gli occhi che le loro velleità professionali. Siamo di nuovo i primi, siamo tornati ad essere il grande Napoli”
La Redazione.
D.G.
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