Facciamo un gioco, così per ingannare il tempo in attesa che apra ufficialmente il calciomercato. Mettiamo insieme tutti i quesiti che si stanno affollando nelle discussioni dei tifosi perplessi e desiderosi di conoscere gli sviluppi del progetto Napoli e giriamole al presidente De Laurentiis. Sono 7 domande per il patron che ama rilasciare solo dichiarazioni alla radio ufficiale così da evitare domande incontrollabili che gli arriverebbero nel corso di conferenze stampa un po’ scomode. Scomode, perché in questo periodo della stagione è preferibile il riserbo dietro il quale celare contrattazioni a sorpresa, da tramutare poi in affari da annunciare. Ecco i quesiti.
1) Come utilizzare i 30 milioni di euro del cartellino di Lavezzi? Una bella sommetta che nessuno immagina possa essere messa in cassaforte. E no, perché il Napoli ha già realizzato un attivo importante quest’anno e non conviene accumulare altro reddito a rischio tassazione. Bisogna spendere questi soldi e otto milioni sono già volati a Milano per il riscatto di Goran Pandev. Restano altri 22 milioni e un bel po’ di perplessità rispetto alle recenti considerazioni del patron: «Non prendo Jovetic, non è un calciatore che fa parte della lista. E poi, abbiamo già Vargas e Insigne ».
2) Il no a Jo-Jo serve per depistare i ficcanaso e raffreddare le pretese della Fiorentina? A questa domanda immaginiamo il «sì» del patron, se solo glielo potessimo chiedere e se lui potesse ammetterlo pubblicamente. No, perché, caro presidente la politica tendente a lanciare le giovani promesse deve essere sposata dall’Udinese che conta poche migliaia di fan e pochi soldi da pay tv e merchandising. Il Napoli quest’anno deve battersi per provare a vincere lo scudetto e farlo con due ragazzi che non hanno mai messo piede in serie A con la continuità che occorre, sarebbe un rischio. Enorme, inspiegabile alla luce della stagione appena conclusa e che Mazzarri non intende affatto correre. Anche perché Jovetic è uno dei primi nomi nella lista da lui consegnata al ds Bigon.
3) L’addio di Marco Fassone presuppone l’arrivo di un altro dirigente di uguale esperienza? Non è un caso se il Napoli ha centrato una storica qualificazione in Champions e ha conquistato la Coppa Italia con la gestione dell’ex direttore generale, oggi diventato plenipotenziario nell’Inter al posto di una figura quasi mitologica come quella di Ernesto Paolillo. Finora nessuno nel Napoli ha preso il suo posto, o forse sì: è lo stesso De Laurentiis che sta svolgendo i compiti di digì, unitamente a quelli del presidente e del primo operatore di mercato. La verità è che di gente capace come il presidente ne servirebbe una per ogni ruolo del club, di contro non può il patron ricoprire tutti insieme questi incarichi.
4) Riusciranno i tifosi ad avere uno stadio degno della squadra e all’altezza delle risorse investite per seguire le partite della squadra del cuore? Ormai si è capito che per avere un nuovo impianto bisognerà aspettare un quadriennio, cioè tutta la durata del mandato del sindaco de Magistris. Ma perché a Torino la Juventus ha costruito nel giro di pochi mesi un impianto-gioiello recuperando risorse nell’ambito dei propri investitori, mentre dalle nostre parti bisogna aspettare sempre e solo il soccorso dello Stato?
5) Ma quando decollerà la tanto decantata “cantera” napoletana? De Laurentiis è apprezzato anche per la capacità di studiare, di girare il mondo e di assorbire l’aria, le iniziative che trasportate a Napoli potrebbero procurare altre risorse al club. Tra i vari sopralluoghi negli impianti della Champions, il patron volle vedere con i suoi occhi la “cantera” più famosa al mondo, quella del Barcellona. Un progetto affascinante, che De Laurentiis riuscirebbe a fare anche meglio, con il suo intuito e il fiuto per gli affari.Ma il suo sorriso si spense quando gli spiegarono quanti milioni di euro il club blaugrana investe ogni anno nel settore giovanile. Il progetto “scugnizzeria” per adesso è congelato e non potrà essere sviluppato fino a quando il Napoli non potrà permettersi di pagare più di 1.500 euro mensili all’allenatore della Primavera.
6) Esiste una via di mezzo tra il fair play finanziario e l’innalzamento del tetto-ingaggi del Napoli? La risposta è nei dati che raccontano del 34% del fatturato che viene investito in stipendi. Se si pensa che club anche più piccoli del Napoli versano il 55-60% dei loro incassi come compensi per i calciatori, vien da sé che il Napoli potrebbe innalzare il proprio tetto almeno fino al 50%, senza incorrere nelle ire del presidente Uefa, Michel Platini.
7) Pagare moneta, vedere cammello? De Laurentiis ha utilizzato questa espressione per spiegare perché e come Lavezzi lascerebbe il Napoli: solo in cambio dei 30,8 milioni di euro previsti dalla clausola rescissoria. La domanda è: ma quanti cammelli nel Napoli è possibile vedere se dovesse arrivare un inatteso carico di monete? Il quesito che assilla Napoli ha un significato e intende capire se dopo il più che probabile addio del Pocho c’è il rischio che anche altri top player della squadra possono andar via. Caro presidente, mi permetto di rispondere io per lei: non ci saranno altre cessioni illustri. Lo dico rappresentando il sentimento popolare del “ca’ nisciuno è fesso”, quello che non permette a nessuno di sfruttare le risorse interne, se non soltanto per fini di miglioramento della squadra. E poi lo dice anche la canzone: “scuordatello, nun è cosa: ca’ ‘o petrolio non ce sta!”.
Fonte: Corriere del Mezzogiorno
La Redazione
C.T.
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