Tanti, troppi. Una miriade di nomi arricchisce e confonde le giornate del calcio orfano di quella che è la liturgia della partita. E’ il calciomercato, una fiera dei sogni che permette ad ogni tifoso di immaginare il meglio per la propria squadra e di confezionare una formazione diversa per ogni giorno che passa. Sarà così fino a quando le trattative non entreranno nel vivo ed i primi «colpi» si trasferiranno dalle pagine dei giornali (e dei telegiornali) alle rose di ogni singolo club. A Napoli, poi, il fenomeno si dilata e diventa anche più frequente della domanda, che è sempre la stessa: «Ma Cavani se ne va?». Sarà il sentimento di consolazione per il ventilato addio del Matador, ma ogni fan del Napoli sta ricostruendo la squadra del dopo Mazzarri con schieramenti sempre diversi nei singoli protagonisti. Si scherza, è ovvio, e si spera che il gioco rimanga tale. Il danno più grande che potrebbe subire la Napoli del calcio è proprio lo stravolgimento della squadra che da quattro anni a questa parte ha conquistato la leadership dell’italico pallone. Ingaggiare Benitez pochi giorni dopo la separazione da Mazzarri è stata una mossa intelligente e tempestiva da parte di De Laurentiis: con un tecnico che trasporterà a Napoli anche i 10 trofei conquistati in giro per l’Europa, nessun mugugno si è più sollevato dalla polverosa e turbolenta arena dell’insoddisfazione post secondo posto Champions. No, non è mai facile sostituire un allenatore che ha lasciato il segno in un quadriennio esaltante e don Rafael dovrà utilizzare tutta la sua esperienza per entrare subito in sintonia con uno spogliatoio devoto a Mazzarri. Meglio così, con quello zoccolo duro composto da atleti il cui nome è stato mandato giù a memoria in uno schieramento tipo 3-5-2, sarà più semplice per lo spagnolo trovare l’affiatamento nei rapporti e nei movimenti che richiederà il nuovo modulo. Servirà un pò di tempo per mandarlo giù a memoria, però il Napoli restererebbe comunque quello di sempre, con gli stessi nomi che dovranno soltanto modificare il loro atteggiamento sul terreno di gioco. Ma davverò cambierà poco o nulla nell’organico del Napoli? Le informazioni di mercato raccontano di spostamenti verso altri lidi, Cavani a parte, anche di Zuniga o Behrami, di De Sanctis o di Pandev. De Laurentiis si sta facendo rispettare ed è giusto che abbia il polso fermo fino alla fine, per mantenere inalterata l’ossatura della squadra che necessita solo di pochi ritocchi per colmpare il gap esistente con la Juventus. Cosa diversa sarebbe, invece, ricostruire il telaio con nomi anche di ottimo calibro, ma per i quali servirà quell’ingrediente che il compianto presidente Massimino cercava ad ogni sessione di mercato: l’amalgama. Questo rischio va scongiurato per non ricominciare quasi tutto daccapo e progettare un Napoli da scudetto, ma solo alla fine del prossimo quinquennio. Quel programma che va avanti per cicli ed epoche è sintomo di una corretta interpretazione nel ruolo di imprenditore, solo che nel Napoli di oggi questa nuova impostazione sarebbe a dir poco prematura: il quinquennio in corso si esaurirà solo dopo aver appuntato sulle maglie azzurre il tanto agognato terzo scudetto.
Fonte: Raffaele Auriemma per il “Corriere del Mezzogiorno”
La Redazione
L.D.M.
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