Un allenatore pluridecorato per provocare subito l’effetto-placebo sulle folle partenopee. Rafa Benitez come medicina ideale per andare oltre Walter Mazzarri, per frenare sul nascere quel sentimento disfattista che si stava impadronendo dei tifosi del Napoli. E lo erano a giusta ragione, preoccupati del futuro oltre il tecnico che aveva portato la squadra a vincere la Coppa Italia e ad arrivare per quattro volte di fila in Europa. Chi meglio di quell’omone serioso e vincente, trionfatore di trofei prestigiosi ed insensibile ad ogni critica al suo indirizzo: don Rafael sa vincere anche quando il clima tutto intorno è turbolento. Una grande mossa e che tempestività ha avuto il presidente Aurelio De Laurentiis ad annunciare in pompa magna ed al mondo tutto di Twitter che il Napoli si stava incamminando in un percorso diverso. Una strada al termine della quale c’è il tricolore più splendente, quello che manca all’ombra del Vesuvio ormai da 23 anni. Il progetto è chiaro e l’interprete è il migliore che proponesse attualmente il mercato. Sulla carta è così, poi bisognerà verificare l’adattabilità del soggetto al campionato italiano, da dove era scappato dopo aver vinto una Supercoppa di Lega ed una coppa del mondo per club, perché Moratti non gli aveva preso a gennaio i rinforzi che aveva chiesto per l’Inter che cominciava a scricchiolare dopo i fasti Mouriniani. De Laurentiis questa storia la conosce bene, essendo già all’epoca alla guida del Napoli, di conseguenza avrà prospettato al buon Rafa una campagna acquisti costruita intorno ai nomi da lui indicati e caldeggiati. Ecco, questa potrebbe essere la migliore garanzia per i tifosi, la consapevolezza che quest’anno anche l’organico del Napoli farà quel salto di qualità che non era stato possibile registrare nei quattro anni di gestione Mazzarri. Senza tralasciare che il desiderio di riscatto italiano da parte del tecnico spagnolo, potrebbe essere l’arma in più del Napoli che vuole entrare definitivamente nella hall of fame del calcio continentale e nel quale Benitez tanto agilmente si disimpegna. Tutto studiato nei minimi dettagli da quel genio di De Laurentiis, anche la suggestione sul breve periodo che l’assunzione di un allenatore molto più blasonato avrebbe provocato a livello psicologico per dare risposte alla tifoseria che mugugnava contro Mazzarri, per la sua fuga meneghina, e contro De Laurentiis che non riusciva a mettere in panchina qualcuno che fosse, quantomeno, al livello di chi se n’era andato. L’effetto-placebo ha spento i fuochi di rivolta e la quiete governerà almeno fino al 25 agosto, quando avrà inizio il calcio vero con il via al campionato 2013-2014. Da quel momento ogni espediente smetterà di sortire effetti e solo il campo dirà se le scelte, in panchina e di mercato, saranno state quelle giuste
Fonte: Raffaele Auriemma per SportMediaset.it
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