Sarà quel 25 per cento che ancora manca, cioè lo scarto che occorre a Rafa Benitez per portare il Napoli al top della condizione. Atletica, ma soprattutto tattica. E’ bello, come no, quel Tiqui Taca che ti permette di avere sempre il pallone tra i piedi e di governare i match a tuo piacimento. E’ intrigante, esalta quella fitta rete di passaggi che diventa più rapida nella parte finale del campo per puntare a rete. Finora il Napoli ha dimostrato di aver digerito la nuova impostazione tattica, una rivoluzione castigliana che ha prodotto risultati concreti in tempi più rapidi di quanto si potesse sospettare. Sì, ma non sempre lo fa. La macchina da gol si è inceppata in tre occasioni e sempre in trasferta: in Champions a Londra contro l’Arsenal, in campionato a Roma contro i giallorossi ed a Torino con la Juve. Non sarà un caso se gli stop senza appello sono arrivati contro tre big, la capolista in serie A, la formazione che ha lo scudetto cucito sul petto e il club attualmente in testa alla Premier. Improvvisamente il Napoli ha smesso di brillare, fin dai primi minuti di questi tre match, aggredito fisicamente e sul piano del ritmo. Come mai? Eppure in organico oggi ci sono svariati calciatori abituati a vivere certe sfide infuocate, in virtù delle tante presenze in Champions inserite nel loro data base. Quindi, questo approccio morbido non potrebbe essere il frutto di scarsa personalità, almeno quella, quest’anno non dovrebbe far difetto. Vuoi vedere che sarà un handicap di natura tattica? Il dubbio viene nella misura in cui il Napoli si schiera solitamente con ben quattro attaccanti (Callejon, Hamsik, Insigne o Mertens e Higuain tali sono) ed appena due centrocampisti (Inler e Behrami) costretti a subire un’onda d’urto di dimensioni numeriche superiori. E’ successo in ognuno dei tre match in questione, soprattutto l’ultimo a Torino, dove la Juve ha realizzato una rete al minuto 1,20 e pochi secondi prima l’aveva sfiorata con il solito tiraccio dalla distanza di Pogba. Possibile che Benitez non abbia calcolato questo elemento critico? Vuoi vedere che in certe gare in trasferta sia preferibile sacrificare uno dei quattro attaccanti per utilizzare anche Dzemaili a centrocampo? La logica lascerebbe propendere per il sì, anche se Rafa Benitez continua lungo il suo immutabile tragitto tattico. Certamente avrà ragione lui e gliela daranno tutti appena la sua squadra completerà l’iter di crescita fino all’auspicato 95 per cento, perché al top non arriva mai nessuno. Sarà in quel momento che il Napoli potrà esprimersi allo stesso modo in casa ed in trasferta, anche in quelle più dure, senza vedere più la squadra azzurra rintanata per quasi un tempo nella propria metà campo. All’inseguimento dell’ormai proverbiale 25 o anche 20 per cento, magari da raggiungere entro 12 giorni, perché a Dortmund contro il Borussia sarà vietato fallire. Quella del 26 novembre al Westfalenstadion sarà una sfida dal valore di una finale: il Borussia deve vincere per non essere eliminato al primo turno, il Napoli deve pareggiare per non rischiare di uscire nonostante una classifica da 12 punti. Il 25 per cento che manca è anche una questione di tempi, è obbligatorio arrivarci oggi altrimenti potrebbe essere inutile.
Fonte: Raffaele Auriemma per il “Corriere del Mezzogiorno”.
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