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Aurelio De Laurentiis: “Con la Juventus ci aspetta una partita storica”

Il presidente azzurro: "Cavani e Mazzarri hanno la mia stima, ma decideranno loro il futuro"

“Intelligenti pauca” : e, divagando sul futuro, immergendosi in quella nube d’incertezza che inevitabilmente avvolge, il ping-pong tra Mazzarri e Cavani s’arricchisce d’un vecchio capitolo che avanza prodigiosamente e squarcia orizzonti annunciati.
Sì, no: il giochino del momento – il giochino di sempre – è un ruzzle (o anche un rompicapo) che si concentra sistematicamente tra la panchina e l’area di rigore, in quel Napoli che osserva e sceglie di aspettare le scadenze naturali e che intanto lascia comporre metodicamente. Mazzarri e Cavani, Cavani e Mazzarri, gli uomini-chiave per spalancarsi un altro progetto, fondato sulla continuità. La domanda che nasce spontanea è il tormento(ne) che accompagnerà il semestre prossimo venturo e sul calendario di Aurelio De Laurentiis, alle date cerchiate d’azzurro, c’è già una risposta ch’è tutto un programma, ch’è l’espressione d’una volontà precisa, un’apertura netta per qualsiasi opzione, vero, ma soprattutto per starsene ancora tutti assieme, appassionatamente, con Mazzarri e con Cavani.  «Inutile procedere con il toto-allenatore: Mazzarri ha la mia fiducia e la mia stima: pure per l’ultimo rinnovo ci siamo seduti a discutere a fine campionato. E quanto a Cavani: ho con lui uno rapporto straordinario. Se dovesse convincermi che la sua stagione partenopea è finita, ne parleremo. Altrimenti, è chiaro, resterà qua»

AVANTI IL PRIMO – L’Europa è una ferita già rimarginata all’alba d’un nuovo giorno, vissuto da De Laurentiis a Milano senza apparente delusione, con la consapevolezza d’essere al cospetto d’una missione impossibile («non era facile partire con tre gol di scarto e con quella temperatura: ma siamo andati a giocarla e a provarci e ciò ci fa onore, perché avremmo potuto affrontare l’impegno con chi non dovrebbe disputare le prossime gare» ) e con la certezza che, a questo punto, gli sguardi (e gli interrogativi) si posino lontani, persino al di là del primo marzo.  E allora: Mazzarri o siamo al giro di Walter, dopo quattro anni «stressanti» e però prodigiosi? «A me basta ricordare com’è andata due estati fa: è finito il campionato, ci siamo incontrati e firmato. Lui è una persona seria ed è chiaro che un’incidenza potrà averlo il risultato che acquisiremo: a stagione chiusa, Mazzarri farà i suoi ragionamenti e con serenità prenderemo la decisione migliore per il club. Se dovesse spiegarmi che il suo compito qua è finito e non c’è più ragione per cui resti in una città in cui il calcio è sentimento, ce ne faremo una ragione. Per me non c’è ragione di cambiare, però ho il dovere di dare sempre una chanches agli altri: mi regolo in questa maniera pure nel cinema, quando un attore non avverte più l’ispirazione io non posso trattenerlo e fargli fare film che magari poi non hanno successo. E’ un principio che vale per tutti»
AVANTI EDY – Gli argomenti dei giorni che verranno resteranno immutati e, olè, verranno concentrati (pure) intorno al matador, l’uomo dei sogni cui Napoli vorrebbe aggrapparsi ad oltranza, pur riconoscendo – come confermato da Roberto Mancini da Manchester: «mi piace ma lo vuole tutto il mondo» – che tra un po’ si potrebbe scatenare la bagarre tra City e Bayern Monaco, magari tra Real e chissà chi altro ancora.  Si scrive Cavani e si preannuncia un’estate rovente, sulla quale De Laurentiis lancia una secchiata di realismo: «Vediamo cosa riusciamo a ottenere sul campo, verifichiamo quali risultati scaturiranno. Lui ha un contratto di cinque anni, dunque: ma se dovesse persuadermi e avallare la tesi che la sua epoca qui sia finita, ne parleremo. Altrimenti sta qua»
LO SCUDETTO – Ma il presente pressa e dopodomani l’universo Napoli comincerà a tingersi di bianco & nero nelle sue varie sfumature: si riparte dall’Udinese, da un avversario d’assoluto rispetto e su un campo complicato per chiunque ( «ci preme questa partita, per ora pensiamo solo alla gara di lunedì: non potremmo contare sul giorno in più di riposo, perché giocheremo al Friuli, poi rientreremo nella notte, e poi venerdì saremo di nuovo in campo» ) ma i pensieri sparsi sono già indirizzati sulla madre di tutte le partite, sulla Juventus, su un primo marzo che s’avvicina a grandi passi e (per ora) spazza via qualsiasi altra preoccupazione in De Laurentiis, in Napoli, nel Napoli, pure elettrizzata da un Maradona che viene annunciato in arrivo. 
IN NOME DI DIEGO – E sì, Diego e questo clima da election day che s’è scatenato intorno al fenomeno, un valzer d’ipotesi e comunque suggestioni sul suo «possibile» arrivo: «Quanto a Diego: lui è sempre invitato e se dovesse venire ci farebbe piacere. E sullo scudetto, cosa volete che vi dica: si punta sempre a fare il massimo, onorando la maglia al 100%. Poi a metà aprile si capirà la nostra forza. Però ragioniamo per gradi: perchè l’Udinese è una grande squadra e noi siamo reduci dalla trasferta in Repubblica Ceca. Giusto giocarla il lunedì, i viaggi stancano. Però è chiaro che tra meno di una settimana ci attenderà una gara storica, che al di là dei punti delinea un confronto interessante e molto sentito. Noi recupereremo subito Hamsik, che è sfebbrato e recuperato». Gli intelligenti giocano. 
Fonte: Corriere dello Sport
La Redazione
A.S.

 

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