Dal nuovo film di Natale a Steve Jobs e al ritorno di Arnold Schwarzenegger, passando per la lotta allo scudetto. E un paio di messaggi che hanno come destinatari i tifosi del Napoli: attenti, non si può tenere insieme tutto, avere la botte piena e la moglie ubriaca. Aurelio De Laurentiis torna a parlare del Napoli e della voglia di primo posto da Sorrento, durante le Giornate professionali di Cinema dove ha presentato i film della sua Filmauro che saranno distribuito dalla Universal Pictures International Italia.
Non tocca molti temi calcistici, il proprietario del Napoli. Non ha tempo e non ne ha voglia, visto che al centro della sua giornata ci sono i film, i suoi film per il 2013. E allora, punto numero uno. «Nel calcio sono sempre una belva, ma ho seminato abbastanza, posso tornare a lavorare nel cinema con la mano destra. In campionato però la meta è la massima». Tradotto: lo scudetto. La metà dei sogni. Senza però mai pronunciare la parola magica: questione di scaramanzia. Ma De Laurentiis getta la maschera e candida ufficialmente il suo Napoli per la vittoria finale. Una dichiarazione d’intenti più che comprensibile, visto il cammino da record e il fatto che la Juve è a soli due punti.
Il patron azzurro racconta anche perché da quasi due mesi è sparito dall’orizzonte del Napoli. Almeno dalle prime file: «Nel calcio ho avuto bisogno di una full immersion, non ne sapevo nulla, conoscevo più il basket». L’aveva già detto che prima o poi sarebbe tornato alla sua vera passione o meglio al core business delle sue attività: le produzioni cinematografiche. E così è stato.
Ma il calcio è il Napoli. E il Napoli è un pezzo del suo cuore. E allora il presidente trova il tempo, anche se magari ha voglia solo di parlare di cinema, per rispondere a qualche domanda su Mazzarri e il futuro azzurro: «Non faccio previsioni e non mi accontento del secondo posto. Io e Mazzarri la pensiamo allo stesso modo, ogni partita va giocata con concentrazione, basta una minima distrazione come quella di Aronica (contro il Torino) per perdere una partita. Bisogna concentrarsi partita per partita, solo così si può dire di aver lavorato bene».
La saggezza di De Laurentiis, a Sorrento con il figlio Luigi, prende ancor più il sopravvento quando c’è da parlare di rinforzi e del mercato di gennaio che si avvicina: «I tifosi vogliono altri giocatori? Ho speso quasi 250 milioni in quattro anni, io rispetto i tifosi, rispetto i loro desideri. E non mi devo arrabbiare. ”Caccia i soldi” è il loro grido di guerra, hanno bisogno di stimoli continui. Ma lo spogliatoio è una cosa sacra», ribadisce.
Compito di chi gestisce una società è quello di non farsi prendere la mano, di non lasciarsi travolgere dai moti popolari. E di fare delle scelte. L’obiettivo principale è quello del rispetto del budget e di un fair-play finanziario che prima o poi dovrà divenire il faro dell’azione della Uefa. Non solo a chiacchiere.
Quindi, inutile aspettarsi a gennaio, almeno stando alle indicazioni di De Laurentiis, colpi milionari. «Ma se c’è un campione che vale, sono pronto a staccare l’assegno», ha sbottato domenica sera dopo la gara col Pescara il proprietario del club azzurro. Insomma, «lo spogliatoio è una cosa sacra», e non tutti la prenderebbero bene se arrivasse qualcuno che magari potrebbe guadagnare molto di più di loro.
Riccardo Bigon e Alessandro Formisano sono destinati ad avere un ruolo sempre più di primo piano. Anche perché il patron ribadisce di volersi occupare di calcio sempre di meno. Ma nel cinema come nel calcio, Aurelio promette battaglia.
Fonte: Il Mattino
La Redazione
P.S.
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