Settanta armatori e novecento velisti che si danno battaglia in tutto il mondo sui Melges, monotipo da competizione, Formula1 del mare capaci di prestazioni di altissimo livello. Terminata la regata smontano il gioiellino, albero, barca, lo impacchettano e lo spediscono velocemente su un altro campo, in un’altra latitudine e longitudine. Oppure lo sistemano su un carrello che può facilmente attraversare l’Europa agganciato ad una autovettura. E lì a ripartire per nuove regate spettacolari. Quando lo hanno pensato era il futuro della vela moderna. Oggi è il presente del connubio professionismo-marketing. Tappe americane, italiane, mondi e circoli che si confrontano. È il fascino delle Audi Sailing Series.
Mentore è Riccardo Simoneschi già campione italiano classe star; bronzo europeo star; campione italiano europeo e vicecampione mondiale Altura Ims. Lo skipper genovese un giorno ebbe un’intuizione: lanciare la vela nello sport marketing. Nacque B.Plan Sport & Events, proprietaria del format delle Sailing Series che ha trovato in Audi il partner vincente. Un’idea per aumentare il numero di giornate veliche in giro per il mondo preparando professionisti e armatori. E così nei circoli più prestigiosi non solo si assiste a regate spettacolari con i migliori velisti, ma anche ad incontri che tra una poppa e una bolina possono dar vita ad investimenti d’affari tra armatori e capitani d’industria. Solo per fare qualche nome nell’ultima tappa napoletana, quella dedicata ai Melges 32 e vinta da Vincenzo Onorato con Mascalzone Latino, tra i presenti Valentin Zavadnikov, proprietario del marchio di vodka Beluga, Lanfranco Cirillo, architetto lombardo con studio a Mosca, Vincenzo Onorato o infine Roberto Tomasini che si occupa di infrastrutture in Centrafrica.
Le Audi Sailing Series sono tornate alla Canottieri Napoli in questo weekend con i Melges 20. Qualcuno li considera più maneggevoli, qualcun altro crede che siano più difficili da governare perché pur essendo meno rapidi rispetto ai 32, basta un nulla per perdere o guadagnare acqua rispetto agli avversari. Per i Melges 20 la Gold Cup che si assegna domani è un po’ il mondiale di categoria. Già, perché dal 2013 la federazione internazionale ammetterà i Melges 20 come classe e quello che era un mondiale in pectore denominato Gold Cup, diventerà un mondiale vero e proprio. Condizione necessaria che al timone vi sia l’armatore. Potrà anche essere un dilettante, ma quando personaggi come Wilmot, Benussi, Cian, Ivaldi, Vascotto, Favini affiancano lo skipper, allora significa che parliamo di vela ad altissimo livello. E dopo Loano, Portoferraio, Malcesine e Viareggio, Napoli assegnerà la Gold Cup dei Melges 20.
«Il circuito ha bisogno delle grandi città come Napoli – sottolinea Simoneschi – al circolo Canottieri abbiamo trovato il meglio». Salutata con entusiasmo anche la pedonalizzazione del lungomare. «Se tutti gli amministratori italiani capissero che la gente vuole riappropriarsi degli spazi cittadini e attorno a questo possono nascere tantissime opportunità di sviluppo allora vorrà dire che saremmo già molto avanti». Dieci prove con il golfo che ha deciso di essere protagonista: ponente teso e mare grosso. Ma quando c’è vento i velisti si esaltano e lo spettacolo è assicurato.
Fonte: Il Mattino
La Redazione
M.V.
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