L’umore di Napoli, così sensibile allo scirocco, s’intorbida; dopo la notevole impresa di pareggiare a San Siro che ha inorgoglito Mazzarri fino alla stizza; nelle tantissime conferenze stampa del dopo partita di Milan – Napoli, alla domanda se era preoccupato di prendere gol, contro le dirette antagoniste, ai primi minuti, rispose così: “non lo vedo come un problema generale bensì al fatto che 4 – 5 di loro erano frastornati ed hanno avuto un approccio sbagliato alla gara”.
Le sberla del gol di Flamini, a seguito di un contropiede e di un intervento in ritardo di Britos su Pazzini, devo dirlo, è esplosa sul volto, e sulle gambe ghiacciate del Napoli in maniera imprevista. La squadra, stava dando, ancora una volta, dimostrazione di validità. Non voglio entrare nel merito della gara, anche essendo da quelle bande, seduto in Tribuna Stampa, tra Giulia Polloli di Milan News e Franco Ordine. Mi permetto solo dire che, a mio avviso, la partita andava preparata meglio sul piano psicologico. Mazzarri, invece, probabilmente, sulle euforiche ali dello spettacoloso girone di ritorno e anche perché costretto dal soprannumero di giocatori aveva dato a tutti (e soprattutto ai protagonisti del brillante girone di ritorno) perlomeno una sensazione di disinvoltura.
Aveva infatti, con prontezza eccessiva, chiamato in formazione ”i titolarissimi” e si era preparato al prestigioso e difficile incontro, con un disegno di squadra diverso. O almeno aveva questa impressione. Non si aspettava una partenza così sparata da parte degli uomini di Allegri e invece di stare attenti e guardinghi, consentivano al “treno di destra” Abate – Flamini di imbastire un contropiede micidiale che lo stesso Flamini, insaccava. La qual cosa si è ripetuta uguale uguale con il Cagliari ed il gol di Ibarbo.
I calciatori hanno una mentalità sui generis. Una mentalità che pretende rispetto, specie quando il dovere risulta lo facciano per intero. La mia enorme stima per Mazzarri prende l’avvio, proprio dalle notevoli dimostrazioni offerte da questo tecnico nel campo di questa necessaria psicologia spicciola. Mazzarri si lega e lega a se la famiglia calcistica che gli viene affidata, con un senso di fedeltà e di riconoscenza che lo mette sempre al sicuro da qualsiasi manrovescio e crisi. Mazzarri può perdere partite su partite di seguito (come è infatti successo di perdere cinque partite consecutive, l’eliminazione sia dalla Coppa Italia che dall’Europa League) ma mai accade che venga messa in discussione la sua posizione. Ne deriva, da questo modo di procedere, un accrescimento del suo prestigio personale sensibilissimo. E così succede che non viene nemmeno sfiorato dalle critiche, della società intendo, che gli propone da mesi il rinnovo, aspettandolo e senza farsi un programma o un progetto alternativo qualora questi decidesse di andare via, tra anni sabbatici, sponda interista o romanista (voci ricorrenti) o sirene russe e spagnole (tanto desiderate dal suo procuratore). Dalla pubblica opinione è, invece, uno degli allenatori più criticati. Ascoltare le telefonate dei tifosi alla radio ufficiale del Napoli fa inorridire. Tantissime le critiche. Eppure il Napoli è secondo in classifica; sta impensierendo la potente Juventus, è davanti a Inter, Milan, Lazio, Roma e Fiorentina. Bah! Poi basti che vinca, con il Cagliari, a tempo scaduto con un gol del “ragazzo che viene dalla B”, entrato al 32’ della ripresa e le critiche si trasformano in apoteosi.
Mazzarri, comunque, tornando al fatto calcistico, si mantiene fedele al gruppo – base (sono in 13 quelli che stanno tra le 20 e 30 presenze) e immancabilmente il gruppo base, si riporta e lo riporta a galla. Mazzarri ha questi requisiti ma viene messo in difficoltà dal soprannumero di giocatori. Tenere fuori Insigne e far giocare Pandev gli sta procurando gravi e seri problemi. La stessa cosa potrà succedere con Britos. Armero e Rolando sono due calciatori che dovunque sono stati hanno fatto i titolari. Calaiò, invece, sa che il suo è un acquisto di servizio, anche se negli ultimi tempi sembra che non lo voglia più accettare. Deve stare buono e attendere.
In quanto all’impegno profuso da Hamsik e co. a Milano e con il Cagliari credo comunque non sia il caso di parlarne. Il campionato, è splendidamente in piedi e sul quale la concentrazione potrà essere massima, da oggi in avanti. Il calendario ci riserva insidiosi turni, sabato sera a Pescara e Inter in casa, quindi il ritorno, mercoledì 8 maggio nella fatale Bologna, una gara quella dell’anno scorso che nessun calciatore del Napoli ha potuto dimenticare. Il Napoli torna in campionato. E’ secondo in classifica, a sette punti ha il Milan. La Fiorentina è a otto punti e va a trovare la Samp. Meglio di tutte la Juventus che dovrà vedersela con il Torino e tanti sono gli interrogativi trasmessi dal derby
Il Napoli, senza per questo dover favoleggiare di scudetto, può condurre in porto un girone di ritorno spettacoloso. Deve trovare un certo equilibrio, nel quale deve rientrare, senza turbarlo, Insigne; ha le carte in regola per produrre un gioco migliore. Chiarisco che per migliore non intendo più bello ma più scarno. La settimana scorsa rilevai, non senza qualche preoccupazione, le insidie di una manovra che mi sembrava frutto di spontaneità e basta. Il gol di Ibarbo, dopo soli diciotto minuti, che poteva anche essere previsto, conferma in me quelle perplessità.
La compagine di Walter non poteva, né doveva prendere gol dopo pochi minuti con il Cagliari. Un corto circuito di tal genere può solo esplodere in un complesso che giochi appunto spontaneo. E si regga sulla disinvoltura e sulla freschezza atletica. Chi ha uno schema rimedia con quello alla mancanza di concentrazione, un tutto che non escludo stia serpeggiando nel Napoli.
In parole povere esorterei Mazzarri a rendere meno fluida, pur non alterandone la semplicità, la manovra che sta producendo oggi la squadra. Cioè sorniona a centrocampo e rapida ed agile in attacco. Dove andremmo più cauti, ad esempio, è nell’arrembante gioco casalingo che sviluppano gli esterni. La scelta dei due sarà fondamentale per battere il Pescara. Mazzarri può riuscirvi se riuscirà a ricevere la collaborazione affettuosa dei giocatori.
Appostati a Castelvolturno il Napoli ripensa adesso al suo campionato che, miracolosamente risvegliato, va adesso onorato con ancor più impegno. Pescara, Inter, Bologna, Siena e Roma sembrano proprio fatte apposta per proseguire e terminare la corsa.
E’ SEMPRE CALCIOMERCATO
Partiamo da Mazzarri: la presenza di Fassone all’Inter e l’amicizia nata a Napoli tra i due, ci fece scrivere, vedendoli insieme al ristorante Sud di Quarto che, fallendo il progetto Stramaccioni, il nostro potesse passare all’Inter. Sono convinto che il rischio ancora c’è.
La Roma mandando via Zeman si è convinta che non può più sbagliare scelte tecniche. Secondo Fulvio Collovati l’obiettivo di Franco Baldini è Mazzarri. Noi siamo convinti che stanno lavorando per riportare Spalletti in Italia. Però se questi preferisse rimanere a San Pietroburgo, Mazzarri diventerebbe l’oggetto del desiderio della Roma.
Al Milan dovrebbe rimanere Allegri, nonostante Berlusconi preferisca gli ex milanisti quali Donadoni e Van Basten.
Per i calciatori: Marchese del Catania ha già raggiunto l’accordo con il Genoa; Hugo Campagnaro con l’Inter; potrebbe arrivare ancora Diakitè, a parametro zero. Zuniga non rinnova e stuzzica la fantasia dei top team.
Santana resta al Torino e Dossena al Palermo (solo in A); Rolando va e su Vargas bisognerà capire sul cileno la volontà di Mazzarri, se resta a Napoli.
NANDO TROISE
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