La realtà napoletana non è facile. Inutile girarci attorno. Ma un contesto particolare e probabilmente unico nel suo genere non può e non deve diventare un alibi. Attorno al Napoli sta divampando la moda di rigirare ‘all’ambiente’ le grane che rendono la vita più o meno difficile a chi opera nella realtà partenopea. Lo fanno i giornalisti, ma anche molti ‘addetti ai lavori’, a volte pure i tifosi. E ultimamente pure i calciatori. ‘A Napoli non si può fare niente, a Napoli funziona così’. Attenzione, mascherarsi dietro queste banalità è molto pericoloso: il problema non è la realtà napoletana, ma il fatto che alcuni personaggi creano questo mito (o comunque lo esasperano) per confondersi e portare avanti i loro intenti. In primis bisogna diffidare da chi vede un doppio fine dietro a ogni cosa. Ma soprattutto il pericolo più grande deriva da chi usa la parola ‘destabilizzare’ con troppa facilità.
‘Chi parla del futuro di Mazzarri vuole destabilizzare’. Lo fa anche – a detta degli stessi – chi critica la squadra, o magari fa partire qualche fischio dagli spalti. ‘Lo fanno perché hanno interesse a rompere le scatole al Napoli’. O anche: ‘La troppa pressione dell’ambiente non aiuta’. Attenzione a chi usa queste frasi come cavallo di battaglia, perché è un modo per sfuggire dalle proprie responsabilità. Sarebbe meglio essere onesti soprattutto con sé stessi e con l’attività che si porta avanti. Dispiace sentire spesso anche i calciatori usare questi toni, in modo più o meno malcelato. E in verità saremmo curiosi di capire quali siano queste pressioni che arrivano dalla piazza. Di certo uno stadio quasi pieno ogni settimana non è certo un male, e poi i tifosi sono i veri proprietari di un club e hanno il diritto di criticare, soprattutto se i fischi arrivano soltanto da settori meno popolari dell’impianto.
Ma poi, quale pressione? La stampa napoletana è storicamente sempre ben disposta verso il club, anche nei momenti più difficili. Non a caso la distorta figura del ‘giornalista tifoso’ ha preso piede proprio tra Napoli e Roma. In sala stampa si sprecano elogi per Mazzarri, al quale spesso non vengono fatte neanche domande, ma lunghissime constatazioni di quanto bene stia operando. Castelvolturno, poi, è un deserto. Porte perennemente chiuse, anche alla stampa. Anzi, forse il vero problema è che si sta creando troppa distanza tra la squadra (intesa come persone) e i tifosi: il tramite, ovvero i giornalisti, sono ormai sempre più vituperati. E non si dica che c’è ‘il problema della delinquenza’, perché non è un’esclusiva napoletana. ‘Questa città è autodistruttiva’, ha detto De Sanctis. Se davvero è così, le parti buone di questa realtà andrebbero avvicinate e riunite. La distanza e la diffidenza sono l’alimento prediletto di chi vuole distruggere e non costruire.
Fonte: Giovanni Scotto per “Il Roma”
La Redazione
C.T.
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