“Non succede, ma se succede...”. Juventus-Atalanta, sfida scudetto. Sembra incredibile ma dopo quattordici giornate i bergamaschi sono ad appena 5 punti dal primo posto e in caso di vittoria si porterebbero a meno 2. Luca Percassi, figlio del presidente Antonio e amministratore delegato dei nerazzurri, nel corso di una lunga intervista concessa a La Gazzetta dello Sport si dichiara felice, ma spegne subito i facili entusiasmi. O almeno ci prova… :
“E’ un momento fantastico, la nostra è una squadra giovane e di talento che sta divertendo. Con i ragazzi tutto è possibile ed è difficile dire se abbiano raggiunto già il top. Spero di no, ma siamo curiosi anche noi di scoprirlo. Sognare non costa nulla, consapevoli che stiamo già facendo qualcosa di straordinario. La A è un torneo difficile, è il sesto anno di fila e vogliamo soprattutto consolidarci. Europa? Con Gasperini avevamo parlato di salvezza tranquilla, con il bel gioco e valorizzando il più possibile il settore giovanile: siamo a buon punto con tutto. I 40 punti sono il nostro traguardo, poi chissà cosa potrà succedere…”.
Dopo la sconfitta con il Palermo la svolta: “L’avvio è stato difficile anche per episodi andati male: contro Lazio e Samp meritavamo di più. Gasperini era stato confermato davanti alla squadra da mio padre dopo il k.o. di Cagliari: nel calcio i risultati hanno un peso notevole ma lui aveva la nostra piena fiducia. Magari c’era solo un problema di conoscenza reciproca. Ha avuto coraggio, e con i giovani ha accentuato quel processo di identificazione totale tra l’Atalanta e il suo territorio. E’ l’uomo giusto nel posto giusto. Sembrava che avessimo smantellato tutto cedendo Cigarini e De Roon. Invece eravamo convinti di aver costruito una squadra adeguata al progetto, competitiva, tenendo d’occhio il bilancio che è la priorità”.
Giovani, la forza dell’Atalanta: “Noi non portiamo a casa utili ma investiamo ogni anno. E i risultati del settore giovanile non arrivano per caso: Gasperini ha fatto maturare velocemente i frutti del grande lavoro di scouting di Sartori e Costanzi. Ogni anno 6 milioni vengono destinati ai giovani e alle strutture che verranno ampliate: finora abbiamo speso quasi 50 milioni. In Coppa Italia col Pescara il nostro allenatore ha lanciato Bastoni, Capone e Latte. Presto ne vedremo altri: per tutti cito Melegoni, è un 1999. La più bella Atalanta di Percassi? Sì. Anche quella del -6 di partenza (2011-12), con Denis che fa 16 gol e Colantuono in panchina, era una bella squadra. Ma quella attuale ha qualcosa in più: è spettacolare, sbarazzina, sempre viva. La nostra famiglia e i tifosi si divertono nel vederla giocare. Il secondo tempo con la Roma è stato emozionante”.
Sulla partita con la Juventus: “La Juve è fuori portata. C’è una differenza di valori notevole e vincerà lo scudetto ma ho due rimpianti: l’assenza di Gagliardini e il non giocare a Bergamo. A Torino sarà durissima ma non partiamo battuti: vorrei un’Atalanta da battaglia, che giochi con la spensieratezza di chi non ha nulla da perdere. Provarci non costa nulla. La Juve è l’unica big contro cui non abbiamo mai fatto punti: sarebbe un bel regalo di Natale da parte dei nostri giocatori”. Obiettivi di gennaio? “I nostri giovani sono già pronti per giocare nelle big ma abbiamo la forza per dire no e rimandare certi discorsi a giugno. O magari possiamo avviarli adesso, ma trattenendo tutti fino al termine del torneo. Con il mercato nulla va escluso ma se verrà fatto un sacrificio sarà per migliorarci. Kessie e la Juve? Straordinario, ha una forza incredibile ma vuole restare da noi. Gagliardini? Fisico e tecnica, l’esplosione è merito di Gasperini”.
Passione Atalanta anche per i Percassi: “Sia io che mio papà abbiamo fatto il settore giovanile dell’Atalanta, lui poi ha giocato anche in Serie A. A casa il primo argomento è l’Atalanta, la prima telefonata alle 8 del mattino è sulla squadra. Lui è più passionale, io sono tifoso ma devo stare attento ai conti: ci completiamo. Il paragone con Achille e Cesare Bortolotti? Due grandissimi presidenti. Fa piacere sentirsi avvicinati a loro. Più bravo come calciatore o dietro la scrivania? Credo dietro la scrivania… . Ero nel settore giovanile dell’Atalanta e nel 1998 decisi di fare un’esperienza all’estero. Era il Chelsea di Vialli allenatore con Zola, Desailly, Terry, Leboeuf e Dalla Bona. Debuttai in FA Cup e in Coppa di Lega. In Premier no, lo rimprovero ancora a Vialli… Però forse aveva ragione lui. Poi sono tornato in Italia ma ormai avevo deciso di dedicarmi allo studio e alle aziende di famiglia. Poi l’amore per l’Atalanta mi ha riportato nel calcio”.
Atalanta Leicester d’Italia? “L’accostamento al Leicester fa piacere ma noi non vendiamo sogni irrealizzabili. Dire a inizio anno: ‘Andiamo in Europa’ sarebbe una follia. L’accordo sui diritti tv non ha accorciato le distanze tra le grandi e le medio-piccole. Noi quindi possiamo garantire stabilità e bilanci a posto. Se verrà l’Europa saremo in grado di sostenere un impegno del genere: non ci tireremo indietro”. In chiusura d’intervista Percassi Junior svela una passione particolare: “A casa c’è una stanza dedicata al mio hobby: ho seimila magliette. Quella cui sono più affezionato è una dell’Atalanta di mio papà. Se daremo vita al Museo atalantino sarà il mio primo regalo”.
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