La partita perfetta. Concreto e determinante Pandev, un incubo per il Parma, dall’inizio alla fine. Si procura il rigore dell’1-0, segna il gol del raddoppio, regala l’assist a Insigne per il 3-1. «Era importante vincere, dopo due partite in cui ero squalificato, avevo tanta voglia di riprendere. Sono felice che abbiamo vinto una partita difficile perché il Parma è una buona squadra. Era importante fare la terza vittoria, adesso pensiamo all’Europa League».
Il suo ringraziamento a Mazzarri, un omaggio al tecnico innanzitutto. «Devo ringraziare il mister. Sono felice con lui, si lavora bene e avevo bisogno di trovare la condizione. Napoli rappresenta la scelta giusta, sono felice di essere restato in azzurro». Mazzarri lo ha rilanciato e gli ha restituito stimoli e determinazione. «Devo ringraziarlo per tutta la fiducia che mi ha dato. Mi sto impegnando molto per soddisfare tutte le sue esigenze, soprattutto quando devo ritornare dietro per aiutare i miei compagni. Stiamo giocando proprio un bel calcio».
Pandev concreto ed esperto, geniale. Nell’Inter di Mourinho vinse il triplete, sa gestire le pressioni e sa bene come bisogna comportarsi quando si corre per un obiettivo prestigioso. Prima regola: volare basso, stare coperti. Goran sposa in pieno quella che è la filosofia di Mazzarri e del Napoli. Che segnale date dal campionato, dove volete arrivare? «Non lo so, vedremo alla fine. Abbiamo cominciato bene, siamo ancora all’inizio, dobbiamo lavorare ancora tanto, dobbiamo fare ancora meglio». E ancora: la parola scudetto non si nomina… «Non ci pensiamo, ci sono squadre più forti di noi, vedremo alla fine».
Pensiero chiarissimo, messaggio chiarissimo. Goran Pandev, un colpo da top player del mercato, così lo definì il direttore sportivo Bigon. L’operazione è costata 7.5 milioni a giugno, il Napoli lo ha preso a titolo definitivo dall’Inter, il macedone si è decurtato lo stipendio per giocare a Napoli. Mazzarri e Bigon hanno puntato dritto su lui per la sostituzione di Lavezzi. E all’esordio stagionale in campionato ha lasciato subito il segno, una prestazione sublime. Attaccante completo, un uomo squadra. Parte largo a sinistra, poi nello sviluppo del gioco s’incrocia con Hamsik, si accentra e punta palla al piede la difesa avversaria, la situazione in cui diventa devastante per gli avversari. Può decidere di andare al tiro ma soprattutto è bravissimo a servire i compagni con i tempi giusti: un esempio su tutti, la giocata perfetta per il 3-1 di Insigne.
Un centravanti arretrato, lo si può definire così Pandev, giostra alle spalle di Cavani, riceve palla ed è sempre nel vivo del gioco. Gioca tra le linee e si sposa benissimo con Hamsik, i due non si pestano i piedi. Il nuovo tridente azzurro, movimenti offensivi diversi, già perchè senza Lavezzi è cambiato il modo di far male alle difese avversarie. E Pandev quest’anno ha la possibilità di giocare con continuità, quindi non potrà fare altro che migliorare. Smaltita la rabbia per il rosso di Pechino, l’espulsione che spianò il successo della Juventus in Supercoppa e poi la ha costretto a saltare Parma e Fiorentina per i due turni di squalifica. E’ tornato e si è visto. Il migliore.
Fonte: Il Mattino
La Redazione
P.S.
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