Questo c’è, questo c’è e questo non c’è; questo sì, questo sì e pure quest’altro sì: il bollettino medico è mandato a memoria da chiunque, le sentenze inducono a ritenere arruolabili gli abili: e allora, giochicchiando nel silenzio dell’Olympic Sports Center, l’allenamento può rafforzare le ormai consolidate certezze e lasciare che l’unico ballo prosegua sulle punte. Buffon sta bene, perché pure all’età terza (calcistica) viene offerta la possibilità di risistemarsi in fretta («sai dopo i trenta gli acciacchi si sentono e la macchina chiede di essere rodata un po’ di più»), di rimettere in ordine l’anca e poi di aggrapparsi alla traversa e dondolare: maglia numero 1 sua (e ci mancherebbe) e pure i pali, lasciati all’Arechi di Salerno per una notte sola. Le prove tecniche di finalissima di Supercoppa si fanno alla napoletana e quindi difesa a tre, quella annunciata dal buon senso e dalla esperienza per un match del genere, che invita ad evitare soluzioni ardite con esperimenti: e allora, Barzagli-Bonucci-Lucio sono inevitabilmente in vantaggio su Barzagli-Marrone-Lucio o anche su un improbabile Bonucci-Marrone-Lucio, perché il centrale che nel 2006 s’è preso il titolo di campione del Mondo dimostra di star bene in salute. In teoria, perplessità a sinistra, sulla linea dei cinque di metà campo: si parte da destra con Lichsteiner, poi Vidal, poi chiaramente Pirlo, poi ovviamente Marchisio e infine….Infine De Ceglie, che ha leve più lunghe per opporsi a Maggio ed ha anche più confidenza con gli schemi. Però Asamoah si tenga pronto, perché Pirlo è tornato tardi dagli Europei e potrebbe aver bisogno. Non resta allora che danzare sull’interrogativo offensivo: Vucinic sembra un intoccabile, per quel che ha e per quel che può scavare nel fondo del suo talento; Matri sta «caldo», vero; però quel Giovinco lì fa venire un sospetto. Manca ancora un giorno.
Fonte: Corriere dello Sport
La Redazione
A.F.
