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ASL Napoli 2, il direttore: “Accordo col Napoli? Vanno tutelati i miei dirigenti. Queste cose non sono giustificabili”

A Radio Marte nel corso della trasmissione “Si gonfia la rete” di Raffaele Auriemma è intervenuto Antonio D’Amore, direttore ASL Napoli 2.

“Accordo con il Napoli per non partire? Bisogna tutelare i miei dirigenti e i miei servizi, queste cose non sono giustificabili. Dovrebbero essere stati due dipartimenti divisi, così come anche l’ASL Caserta e l’ASL Napoli 3. Io non so se il Napoli poteva o non poteva partire ma per quanto riguarda le strutture sanitarie doveva osservare un isolamento di 14 giorni come previsto. Poi se qualcuno prende un aereo, va in Nazionale e rientra positivo…Le mie strutture hanno agito come dettame di legge, altrimenti sarebbe stata un’omissione degli atti di ufficio. Al contrario avremmo detto che eravamo superficiali e incompetenti. Oggi osservo un colpevolizzare la territorialità, il Napoli e il Sud, lo stesso Governatore De Luca che ha preceduto ordinanze. La situazione non è semplice e nessuno ha la soluzione giusta.

Fermare una squadra significa implicitamente spiegare di non partire? Penso proprio di sì. Un massaggiatore va a casa, partecipa con la famiglia, abbraccia i figli, avrà genitori anziani. Il massaggiatore non poteva partire e il giocatore sì? A me risulta che è stata riscontrata una richiesta del Napoli di domenica mattina per partire, con la dottoressa Granata che ha risposto negativamente. Io penso sempre che dobbiamo fare le ipotesi contrarie.

Violare l’isolamento fiduciario? Nel momento in cui segnaliamo un positivo e un contatto stretto, noi diamo gli elenchi anche ai sindaci e alle forze dell’ordine. Posso garantire che anche in lockdown le forze dell’ordine hanno fermato tanta gente, anche positiva, che andava girando. Poi ovviamente ognuno è responsabile delle proprie azioni. La segnalazione comporta sicuramente sanzioni amministrative, eventualmente anche penali.

Perché le altre ASL non si sono comportate così? A me risulta che anche altre ASL – per esempio Palermo – hanno agito nella stessa maniera. Non so a Genova cosa sia successo, così come non posso sapere se Ibrahimovic si è allenato da solo e quindi nel momento in cui hanno richiesto i contratti stretti non abbia visto nessuno. I miei servizi e i miei dirigenti hanno agito secondo la Legge”.

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