Il Napoli è stato assediato dalla Juve: un gol e altri due evitati grazie alle straordinarie parate di Reina nei primi 8’. Ma sulla rete di Llorente c’era un fuorigioco di 21 centimetri e questo ha pesato inizialmente sul corso della partita, che i bianconeri hanno peraltro subito affrontato con il piglio giusto mentre gli azzurri hanno preso coraggio soltanto nella seconda parte del primo tempo, quando si sono fatti vivi Insigne e Higuain. Poche le occasioni create, però. Sul Pipita c’è l’ombra – più di un’ombra – dello strattone ricevuto da Ogbonna in area, sanzionato con un fallo d’attacco a carico dell’argentino. Sorprendenti questi errori di un qualificato team arbitrale.
Gli azzurri sono partiti all’assalto nella ripresa, tuttavia hanno trovato un fortino davanti a Buffon perché Conte ha schierato almeno otto giocatori dietro alla linea della palla. Insigne ha tentato su punizione e Hamsik avuto un’occasione d’oro scaricata sul lato esterno della porta. Il capitano ha fatto poco: uno come lui non può venir meno in partite simili. E lo stesso discorso vale per Callejon, che non è riuscito a liberarsi dalla morsa dei difensori bianconeri.
Gli sforzi non straordinari del Napoli sono stati cancellati dall’ennesima prodezza su punizione di Pirlo, il migliore tiratore al mondo. La squadra ha tirato fuori l’orgoglio sullo 0-2, ma Pogba con una prodezza ha chiuso la sfida. Gli errori arbitrali fanno parte del gioco: li contesta chi li subisce (come il Torino a proposito del secondo rigore concesso al Napoli e la Fiorentina dopo il rigore non fischiato a Cuadrado) e il Napoli lo fatto ieri in campo. Ma la riflessione più approfondita dev’essere un’altra, ispirata dai negativi risultati sui campi di Arsenal, Roma e Juve.
Contro queste avversarie – i top club dei campionati inglese e italiano – il Napoli ha incassato sette reti e non è riuscito a segnarne una a dispetto di un eccellente attacco. È partito male, a Londra come a Torino, e non è riuscito a raddrizzare le partite. Quella di Benitez è una squadra rinnovata non solo negli uomini ma anche nel gioco, tuttavia uno scatto di personalità è necessario. Senza dimenticare, ovviamente, che il Napoli occupa il primo posto nel girone di Champions League e che nel girone di ritorno ospiterà Roma, Fiorentina, Juve e Inter al San Paolo. E che giallorossi e bianconeri non si trovano a una distanza siderale. La sosta arriva in un momento provvidenziale perché ci sono molti calciatori stanchi, in particolare i difensori, costretti a giocare tutte le partite perché Benitez è a corto di uomini. Reveillere, con i suoi 34 anni e le ginocchia che hanno ceduto in passato, non è la soluzione per i problemi del Napoli, che dovrà tornare sul mercato per tenere aperta la sfida scudetto e avanzare in Champions, se riuscirà a conquistarsi gli ottavi.
Fonte: Il Mattino
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