SZCZESNY 6 – Fa lo spettatore e l’unico che gli tiri addosso è il vento. Si protegge con il calore che emana l’Arsenal. Ingiudicabile.
SAGNA 6,5 – Atleta autentico e dominatore della corsia: è prepotente nella falcata, autorevole nella sovrapposizione, un’esuberanza da far impallidire.
MERTESACKER 6 – Ha un’ombra davanti a sé e puo scacciarla via senza fatica, concedendosi una serata di puro rilassamento. Gli basta sistemarsi a guardia dei sedici metri e lo fa per obbligo contrattuale.
KOSCIELNY 6 – Si limita a governare quell’appezzamento di terra nella quale nessuno va mai a metter piede. Sceglie il profilo basso e in un paio di ripartenze napoletane si lascia scivolare in diagonale con sicurezza. Poi si stufa e addirittura va a cercare il gol, come sua buona abitudine.
GIBBS 6 – Almeno uno deve stare là dietro per garantire sostegno ai “lenti a contatto”. Sceglie di cadenzare le irruzioni e non di regalare a Callejon manco un lampo.
ARTETA 6,5 – Ci vuole giudizio, in quel calcio ballato: offre equilibrio e padronanza del territorio, quasi senza sudare. Sa come organizzare, dove andare a sistemarsi: insomma, sa.
FLAMINI 6,5 – L’aria di casa pare averlo ringiovanito. Ora ha voglia, corsa e pure la cattiveria agonistica necessaria per sentirsi ancora centro d’un progetto tattico.
ROSICKY 6,5 – Il tempo non sempre è un galantuomo: Mozart s’esprime da fermo, perché i trentatré anni pesano e gli altri vanno ad una velocità terrificante, troppo forte per lui.
WILSHERE (18’ st) 6 – Si cala nel ruolo, avendone requisiti: dialoga in punta di piede con Ozil, va a dar noia su Behrami e gli complica ulteriormente la vita. Peccato dover tenere fuori un talento del genere.
OZIL 7,5 – Intuitivo, intelligente, leggiadro: un fuoriclasse che danza dove conduce l’istinto. Cinquanta milioni di euro e valerli tutti, la stella che illumina e si lascia seguire.
RAMSEY 7,5 – Di una bellezza da stordire: danza e poi, lieve, ispira. Mica solo un esterno offensivo, ma un universale che quando non segna provvede a suggerire assist. Un sublime, estroso poeta del calcio.
GIROUD 7 – Fa il cavatappi: movimenti in uscita per far infilare i centrocampisti e il gol come dimostrazione di opportunismo.
WENGER (all.) 7,5 – Benvenuti all’Emirates, il paradiso d’un calcio che ha pochi eguali: organizzazione e ritmo, strategia e musicalità, Ladies and gentlemen, è l’Arsenal di Wenger: it’s wonderful
REINA 6 – E’ impossibile opporsi a Ozil e Giroud: se li ritrova con il fucile spianato e ci resta secco. E’ prodigioso su Koscielny e contiene la sconfitta in termini ancora onorevoli.
MESTO 6 – Resta ad osservare quello che accade per 15′, poi si ricompone e dà l’impressione di reagire e sopportare Rosicky e persino Ozil. Alla distanza è il più intraprendente.
ALBIOL 6,5 – In evidente difficoltà, nella partenza da brividi collettivi. La serata che non t’aspetti però non è la sua, che le prende di testa sempre e di piede quasi, la diga alla mareggiata.
BRITOS 4,5 – La prima ciabattata costa parecchio, la seconda crea disagi enormi. La serataccia non è soltanto su Giroud, ma intorno a se stesso. I disagi sono vistosi, ahilui.
ZUNIGA 4,5 – Si lascia travolgere, poi viene inghiottito dal vortice: tra Ozil e Sagna va in crisi sistematica e quando ne esce è ormai troppo tardi.
BEHRAMI 5,5 – Vaga come un’anima in pena, non riuscendo a trovare il punto di riferimento. La pallida interdizione è una delle cause scatenanti e Flamini – che gli sta a distanza di sicurezza – può prendergli i tempi giusti.
INLER 5,5 – Il palleggio appena accennato, contro diavoli che t’assaliscono sul primo controllo. Almeno la fisicità e l’incoraggiamento agli altri a non mollare. E una ripresa più tonica, ma anche con maggior spreco.
CALLEJON 5 – Pasticcia con le idee e con il pallone, vanifica l’unico contropiede a portata di piede, rimane talmente ai margini che quasi non si vede. Va a fare il centravanti, nell’ultima mezz’ora da disperati.
HAMSIK 4,5 – Si abbassa su Arteta (o su Flamini) fino a sparire da un match nel quale non entra mai. E con Britos è «complice» dell’errore del secondo gol.
INSIGNE 5,5 – Uno spunto o forse due, poi la tentazione di provare a risolvere da solo, quando invece è il caso di cercare la profondità su chi sostiene l’attacco. Però senza paura, almeno lui.
PANDEV 5 – Presunto innocente, perché non gli arriva un pallone (ma sul serio) e non sente mai il Napoli alle sue spalle, men che meno al fianco. Però il sospetto che sia fisicamente scarico è giustificabile.
MERTENS (16′ st) 5,5 – E’ sulla catena terribile, un po’ Sagna e un po’ Ramsey; allunga la squadra, la tiene verso la trequarti avversaria, per quel poco che può.
BENITEZ (all.) 5 – L’impatto è da brividi: il suo Napoli è debole, inaridito. Aspetta sulla propria trequarti e non se ne intuisce il motivo.
L’arbitro
Mazic 6,5 – Non tira fuori cartellini, non servono; quasi non fischia: non serve. C’è e non si vede ed è quello che viene chiesto ad un arbitro (soprattutto in gare del genere).
Fonte: Corriere dello Sport
La Redazione
G.D.S.
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